DesmoDovi: presente! Mancava solo lui all'appello dei coronati 2016, il grande club allargato ai vari Marquez, Rossi, Lorenzo, Iannone, Vinales, Miller, Crutchlow, Pedrosa. In pratica tutti i big e un paio di underdog, tutti tranne lui, avevano timbrato il pass per il gradino più alto del podio. Fino ad oggi.

È servita l'acqua di Sepang, penultima gara stagionale, a spezzare il digiuno, un'attesa di sette lunghi anni dopo il primo e finora unico successo in MotoGP targato Donington 2009. Allora Dovi guidava la Honda Hrc, adesso è il perno fisso di una Ducati ambiziosa ed in graduale crescita. Non basta, però.

Senza cedere all'esaltazione nemmeno nel tanto atteso giorno di gloria, Dovi ha ricordato che "la vittoria è importante, ma dobbiamo avere continuità su tutte le piste e in ogni condizione per poter aspirare al mondiale". Lucido e coerente con se stesso, come la sua corsa del resto: senza sbavature nè futili concessioni allo show, uscendo alla distanza su una pista fradicia cucita sul suo stile accorto, ma efficace.

I possibili guastafeste hanno dovuto via via arrendersi: Crutchlow, Marquez e Iannone, franati nelle pozze di Sepang; Lorenzo a podio per le cadute altrui ma dignitoso sull'acqua come mai in stagione; Rossi mattatore per 3/4 di gara (nelle prime fasi ne ha bevuti tre in una sola staccata!) e frenato sul più bello dal crollo della gomma anteriore.

Vale può comunque consolarsi: il titolo di vicecampione è suo con una gara di anticipo. Resta, però, il digiuno Yamaha, a secco da 10 gare, e un'ultima occasione per riprovarci, l'epilogo di Valencia. Riuscirà il colpo di coda al team del Diapason o il "club dei nove" vanterà, a sorpresa, un nuovo iscritto?

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