Si alza il sipario sulle WTA Finals di Singapore. La cerimonia del sorteggio di fatto introduce una competizione attesa ed incerta, senza una favorita designata. Il circuito femminile vive una fase di profonda instabilità, evoluzione normale dopo lo stop per maternità di Serena Williams e il profondo passo indietro di Angelique Kerber. Dieci mesi senza una guida, con diverse tenniste in grado di ergersi fin sulla vetta della classifica. Ultima in ordine di tempo Simona Halep, peraltro battuta da Caroline Garcia, ottava eletta, nella finale di Pechino. 

Interessante snocciolare la composizione dei due gruppi. Nel bianco, due opposti, una papabile per il successo e un interrogativo. Jelena Ostapenko - regina a Parigi sul rosso, in grado di imporsi anche sul veloce - è la novità più succulenta. Migliora a vista d'occhio, può sorprendere. Con lei, l'eterna Venus Williams. Regge l'onore della famiglia, non accenna ad arretrare a dispetto di un chilometraggio notevole. Garbine Muguruza, per molti, è la candidata n.1 alla vittoria finale, ma procede di recente a fiammate. Discorso simile per Karolina Pliskova, colpi poderosi, ma una sola semifinale nella porzione in cemento. 

Sul fronte opposto, nel gruppo rosso, la n.1 secondo classifica, come detto Simona Halep. Dall'1 all'8, dalla Halep alla Garcia. Wuhan e Pechino per sedersi al tavolo delle migliori. Non perde da settimane, sorriso radioso, voglia di stupire. Di certo più navigata Caroline Wozniacki. Annata di spessore, manca un centesimo per fare l'euro. Centesimo che nelle tasche ha Elina Svitolina, probabilmente l'anti-Muguruza. Ritiro a Hong Kong, da valutare la sua condizione. 

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Johnathan Scaffardi
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