Il gran ritorno, la grande occasione persa, la favola a lieto fine, un'uscita che fa male. Appunti randomici della gara di slalom speciale femminile appena andato in archivio a Bormio, prova che sostituito quella originariamente in programma a Zagabria e cancellato per poca neve. Qui di neve ne cade fin troppa, e gli organizzatori fanno i miracoli per consetire lo svolgimento regolare della corsa.
Il ritorno, anche se in verità non se n'era mai andata, è quello di Mikaela Shiffrin. La diciottenne di Vail è tornata a danzare fra i pali come solo lei sa fare e si è portata a casa la sesta vittoria in carriera, la seconda in questa stagione. Pari e patta parziale con Marlies Schild, che al momento la guarda dall'alto delle sue trentacinque firme in slalom. Miki di strada da fare ne ha ancora, e probabilmente un giorno ci sarà lei sul trono che ora è dell'eterna promessa sposa di Benjamin Raich: oggi ha messo un altro mattoncino, impreziosito dall'allungo nella classifica di specialità, complice anche la poco brillante prestazione proprio di Marlies, alla fine sesta a 1"14 dalla sua giovane padawan. Sessanta punti in più per la Shiffrin, che così si libera dalla soffocante marcatura della Schild, che prima di questa gara era lì a ronzare pericolosamente a due punti dal pettorale rosso.

Sul podio con la fuoriclasse del Colorado ci salgono Maria Pietilae Holmner e Nastasia Noens. Ennesimo piazzamento per la svedese, che ogni qual volta accarezza il sogno di vincere, trova sempre che li riserva un brusco risveglio: eppure dopo la prima manche si era appollaiata sulla spalla di Micaela, un po' poiana un po' gufo: tre centesimi da gestire sono niente quando la pista assomiglia a una pista solcata da moto e quando - teoricamente - la pressione è tutta sulle spalle di chi deve scendere. Teoricamente, già: perché la Shiffrin vola leggiadra, schivando paletti e seminando le avversarie, e ciao. Primo posto e fine delle comunicazioni. La copertina di giornata però è per Nastasia Noens: la nizzarda scrive la sua favola partendo con il pettorale numero 28 e scalando posizioni su posizioni dal già ottimo dodicesimo posto parziale. Un premio meritato dopo due anni bui, passati a lottare con infortuni e affini che l'hanno pian piano cacciata nella pancia del gruppo, nell'inferno dei pettorali alti, dove per uscire non basta una classe cristallina, ma serve la benedizione dall'alto e una pista che tenga anche dopo il passaggio delle prime. Difficile oggi, in una Bormio da presepe su cui continuava a cadere neve mista a pioggia. Poco gloria per la truppa dal 30 in giù: fa il numero Michela Azzola, che con il 37 si issa fino alla casella ventitré - prima di fare il numerissimo nella seconda che la porterà all'undicesimo posto finale- si qualifica la svedesina Vikstroem, si salva in corner Susanne Riesch, che si ancora all'ultimo posto utile per la seconda manche e prega che nessuna faccia meglio di lei. 

Fa invece peggio sua sorellona Maria: quinta dopo la prima manche, cade nella trappola dopo poche porte della seconda e manda a farsi benedire il proposito di allungare in classifica sulle agguerrite giovanotte che la incalzano a pochi punti nella overall: Tina Weirather, Anna Fenninger e Lara Gut, che non amano destreggiarsi fra i rapid gates, sentitamente ringraziano, anche perchè alle porte ci sono tre week-end a tutta velocità fra Altenamrk - Zauchensee, Cortina e Garmisch Pertenkirchen. Si perde ancora nelle nebbie Tina Maze, che pure aveva abbozzato un sorriso dopo la prima manche chiusa al quinto posto a pari merito con Maria Riesch. Nella trappola della quarta porta ci casca pure la nostra Chiara Costazza: un'ottima prima manche, segno di continuità dopo la gara di Lienz chiuse al settimo posto, e un'uscita che davvero non ci voleva per lei, che proprio sulla "Stelvio" era fresca di vittoria del campionato italiano. Un peccato, perchè un'altro ingresso fra le otto era alla portata: un risultato che per Chiara avrebbe significato trovare posto certo sull'aereo con destinazione Sochi. Fuori dalle prime trenta le altre azzurre: Federica Brignone scende come suo solito a rotta di collo, illude al primo intertempo (tre decimi dalla Shiffrin) ma chiude a oltre 3". Ci provano anche Marta Benzoni, Sarah Pardeller, Manuela Moelgg e Sabrina Fanchini, ma la loro gara, condita anche da qualche pasticcio, si spegne nelle retrovie.