Fino a qui tutto bene, verrebbe da dire. Nei tre giorni sardi di questo Giro d'Italia i protagonisti sono stati i velocisti, beffati il primo giorno e sugli scudi ad Alghero e Cagliari per tre arrivi totalmente differenti e appassionanti. Ma da domani si inizia a fare sul serio anche tra gli uomini di classifica. Il lungo trasferimento da un'isola all'altra concede ai corridori un primo giorno di riposo insolitamente anticipato e permette a coloro che nutrono rosee velleità di studiare al meglio la tappa con cui si tornerà in corsa: partenza da Cefalù e arrivo sull'Etna, 181 Km, un Gpm di seconda categoria e soprattutto una salita finale invitante o spaventosa a seconda dei punti di vista.
 

Sebbene sia lecito attendersi una discreta selezione già sul valico di Portella Femmina Morta, la gara per la vittoria e verosimilmente per la Maglia Rosa si terrà sull'ultima salita dove i big da classifica sono chiamati a far valere questa etichetta e a mostrare gli artigli per la prima delle tante battaglie di questo Giro. Tra i più attesi c'è ovviamente Vincenzo Nibali non solo perché chiamato a rispettare il ruolo di favorito, ma anche perché la Sicilia è la sua terra e anche se la "vera" festa è attesa per il giorno successivo con l'arrivo a Messina, le caratteristiche di questa frazione potrebbero dargli un ulteriore stimolo per provare a centrare il successo. Con lui tutti gli altri big, da Nairo Quintana a Geraint Thomas, passando per Steven Kruijswijk (staccato di 13'' dagli altri), Bauke Mollema, Teejay Van Garderen e Thibaut Pinot. Questi gli osservati speciali, anche se altri scalatori non mancano a questo Giro d'Italia e la ghiotta occasione di domani potrebbe essere sfruttata anche da uno di quei corridori che partono magari in seconda fila per il podio finale, ma che con un buon risultato potrebbero ottenere risposte confortanti e prendere fiducia in vista del proseguio della corsa. Gli stessi uomini di classifica, attesi per un attacco, dovranno innanzitutto dimostrare di essere in grado di resistere e di non perdere troppo terreno qualora le gambe non fossero ancora in grado di dare le adeguate risposte; in poche parole sembra troppo presto per immaginare verdetti decisivi, ma se non altro sarà una buona opportunità per tutti di testare le proprie condizioni: una cartina tornasole che promette spettacolo.

Questa è nel dettaglio la salita finale, dove la corsa si incendierà definitivamente. Le pendici dell'Etna saranno arrivo di tappa del Giro per la quarta volta dopo le edizioni 1967, 1989 e 2011. Si tratterà di un'ascesa di 18 Km con pendenza media del 6% e vette massime del 12%: mancano dunque picchi eccessivamente elevati. La strada è larga e asfaltata e gli ultimi 200 metri hanno una pendenza del 3%.