Battaglia in acqua ungherese. Il Settebello ferma sul 9-9 i padroni di casa, sfiorando l'impresa in un quarto tempo condizionato da assenze e stanchezza. A Budapest, si accende la vasca, la formazione di Marcz, sospinta dal pubblico di casa, guidata dall'estremo Nagy, sbatte sul muro italiano. Energia e cattiveria agonistica per replicare alla malasorte, una perfetta preparazione del match per ostruire la via alla nazionale magiara. Ne esce una partita di rara intensità, clamorosa per due tempi, con il Settebello in leggera difficoltà tra secondo e terzo quarto. Sotto di due reti, l'Italia reagisce d'orgoglio, piazza una scarica tremenda, prima di cedere al ritorno di Vamos. Pari al termine, carattere azzurro. 

Senza alcun timore il Settebello si presenta al cospetto dell'Ungheria. Si muove la palla, la difesa di casa deve ricorrere al fallo e spiana la strada alla superiorità italiana. Campagna chiama una circolazione rapida, Renzuto e Nora puniscono e firmano il doppio vantaggio. I nostri avversari rientrano un passo alla volta, con Denes Varga, un fuoriclasse, e Vamos. L'Italia mantiene sempre una punta di vantaggio, si arriva al primo intervallo sul 4-4, con la segnatura di Zalanki. L'equilibrio è evidente, contatti duri, partita estremamente fisica, nessuno accetta di fare un passo indietro. Renzuto, fucilata dall'esterno, marchio di fabbrica, punisce Nagy, ma qui l'attacco tricolore si inceppa. L'Ungheria procede a spallate, impatta con D.Varga e allunga sempre con l'uomo in calottina n.10.  Siamo a metà della seconda frazione, poco dopo arriva l'esplosione simultanea, Marcz perde un centro, Campagna deve rinunciare a Fondelli. Gli animi, però, non si placano, è una tonnara in cui il Settebello emerge prepotente, pur senza offendere a dovere. Non cambia il punteggio, 6-5 alla pausa. 

Al ritorno in acqua, la figura di Tempesti si staglia tra i pali. Manhercz fornisce il +2 all'Ungheria, ma il Settebello non molla la presa. L'esperienza del portierone contagia i compagni, due-tre parate decisive, esplode poi l'attacco azzurro. Renzuto per il meno uno, Di Fulvio, con un gioiello, per fermare l'ascesa ungherese. Il vantaggio nasce in chiusura, con Presciutti che finta più volte, mira l'angolo lungo e non lascia scampo a Nagy. Trema il colosso magiaro, trema il pubblico presente sugli spalti. Perdiamo però, per falli, Renzuto. 

Il ritmo, inevitabilmente, cala, si procede per inerzia, senza trame definite. L'Italia sfrutta la superiorità, palla intelligente per Mirarchi al centro, giro e tiro. 9-7, sapore d'impresa. Non è d'accordo l'Ungheria, spietata con l'uomo in più. Vamos bussa due volte, predica calma Tempesti, l'ultimo assalto è italiano, bloccato. Al fischio finale, un profondo respiro e un Campagna soddisfatto. Un gruppo straordinario, colpito da più fronti ma pronto a difendere il fortino, a caccia di una medaglia mondiale.