La firma di Mo Farah. Al tramonto di giornata, primo titolo in palio. 10.000 metri, l'esercito africano per spezzare l'egemonia di Farah. Gara veloce per intorpidire le gambe del fuoriclasse britannico, per ridurre l'effetto di una volata senza eguali. Concorrenza spietata, Mo cambia ma non scuote i rivali, si ritrova più unità sulle sue code. Un ulteriore strappo segna il successo, ma è lotta serrata fin oltre il traguardo. Miglior tempo dell'anno, 26'45"51, con Cheptegei, al personale, secondo. Terzo Tanui. Addio da re.  

Un'uscita trionfale che attende anche Usain Bolt, ma il primo atto dei 100 lascia parecchi dubbi. Dopo la fase preliminare, batterie vere e proprie. Bolt si aggiudica la sua in 10"07, la mimica, al termine, è eloquente. Insoddisfatto il giamaicano. Primo crono per Forte - 9"99 - avanzano sostanzialmente tutti i favoriti. Nella prima batteria, grande impressione desta Coleman, unico in stagione sotto i 9"90, in ritardo appare Blake. Ok Gatlin. 

1500 femminile scoppiettante. Caster Semenya, strafavorita negli 800, allunga il raggio d'azione ed interpreta la sfida alla perfezione, senza concedere spazio allo spettacolo e all'inutile spreco. Seconda, dietro a Genzebe Dibaba, 4'02"67. A seguire, staccano il pass anche Muir, lei sempre nelle prime posizioni, ed Hassan, rincorsa finale senza apparente fatica. Nel novero delle favorite, la keniana Kipyegon. Fuori Margherita Magnani, perde il treno delle prime e chiude in 4'09"18. 

4.60 nell'asta della greca Stefanidi - unica a valicare questa quota - all'atto conclusivo Silva e Morris. Nel lungo, 8.24 di Juska, ma il candidato al successo è il sudafricano Manyonga. Non basta ad Ojiaku un balzo da 7.82. Bocciato l'americano Henderson. Infine, disco maschile. Spallate di primo livello, comanda Stahl - 67.64. Gudzius oltre i 67, in rampa di lancio R.Harting e Malachowski.