Vittoria e primato di specialità per Tina Weirather, che con il tempo di 1:02.17 mette i suoi sci davanti ad un’arrembante Anna Veith e ad una sorprendente Wendy Holdener, che da slalomista oggi si reinventa supergigantista, emulando un po’ l’impresa di Ester Ledecka alle Olimpiadi Invernali di Pyongchang.

La gara di oggi era un po’ particolare. Innanzitutto mancavano alcune “Big” come Mikaela Shiffrin, Lindsey Vonn e Viktoria Rebensburg, che hanno preferito prepararsi per le finali le prime due e per Ofterschwang la teutonica. Inoltre la consistenza della neve ha creato problemi. Nonostante vada sottolineato che oggi le condizioni sono state esattamente uguali per tutti (cielo bianco e luce piuttosto piatta), quello odierno è risultato essere un super-g un po’ anomalo. Una sorta di gara sprint, di 1 minuto, con un tratto iniziale di scorrimento di quasi 40 secondi. Le alte temperature infatti hanno convinto gli organizzatori ad abbassare la partenza di 300 metri, togliendo quei 2-3 curvoni iniziali molto ripidi che avevano tanto esaltato le doti della nostra Elena Curtoni nella scorsa stagione. Così come si presentava oggi, la gara la poteva vincere solo un’atleta veramente brava a far correre gli scie e che comunque sapesse difendersi (e non solo) nei tratti più tecnici. E così è stato.

Tina Weirether, infatti, non ha sbagliato quasi nulla dall’inizio alla fine rubando la vittoria per 36 centesimi all’ex Campionessa del Mondo di specialità, Anna Veith. Quest’ultima è riuscita a raggiungere uno stato di forma ottimale proprio a cavallo delle Olimpiadi. Dopo l’infortunio che l’ha tenuta ferma quasi due anni, si merita le migliori congratulazioni.

Essendo una gara così breve, ogni minimo errore veniva pagato con uno perdita di posizioni molto importante, così come una gara perfetta ti poteva portare quasi a podio. Ed è così che Wendy Holdener, galvanizzata dal tifo casalingo e dalle due medaglie olimpiche conquistate, mette giù una prestazione maiuscola scalzando, davanti al tripudio elvetico, la nostra Federica Brignone dal podio. Altre gare da sottolineare sono il sesto posto di Christine Scheyer, che aveva solo 14 centesimi di ritardo all’ultimo intermedio e l’ottavo di Stephanie Brunner, specialista delle discipline tecniche, che ha fatto saltare sulla sedia un po’ tutti essendo in vantaggio al penultimo intermedio.

Lara Gut, ex detentrice del pettorale rosso, oggi rubatole dall’atleta del Lichtenstein, è comunque sempre lì vicina. Oggi ha concluso settima a +0.59 e a solo venti centesimi dal podio. Purtroppo, un paio di incisioni di spigolo troppo veementi ed una tendenza a volersi mettere “di traverso” anche quando non necessario le hanno fatto perdere centesimi preziosi per raggiungere il podio, come del resto le è successo praticamente in tutta la stagione. Un misto tra sfortuna e dettagli tecnici da sistemare spiegano i risultati buoni, ma non eccellenti, della bella ticinese in questa stagione.

Le italiane oggi si sono comportate discretamente, a parte il rammarico per il podio mancato di Federica Brignone, quarta per una manciata di centesimi (ancora), Johanna Schnarf ha concluso 10/a, a solo poco più di quattro decimi dal podio. Peccato perché era in corsa per il podio nella classifica di specialità, mentre oggi viene scavalcata sia da Gut che da Veith. Malino Sofia Goggia, solo 15/esima con una prestazione ricca di “Goggiate”. In realtà lei è stata una di quelle che ha sbagliato di più, ma nonostante ciò si ritrova in “solo” quindicesima, a riprova del fatto che ciò che le manca è solo un po’ più di concentrazione, anche se dopo i fasti delle Olimpiadi è comunque comprensibile. Benino le giovani: 16/esima Bassino 22/esima Delago. Peccato per Federica Sosio che si è irrigidita nell’ultima parte di gara ma che potrebbe aver concluso a punti senza tanti patemi. Malissimo Nadia Fanchini, addirittura 32/esima e mai a suo agio su questo tracciato.