La stagione delle grandi classiche è pronta a partire. Prenderà il via sabato 17 marzo, con la Milano-Sanremo, la Classicissima di Primavera, prima Classica Monumento dell'anno solare 2018. Da sempre considerata come l'apertura del grande ciclismo, la Milano-Sanremo è giunsta alla sua edizione numero centonove. Un passato glorioso, un presente incerto, con tanti pretendenti al gradino più alto del podio nella Riviera di Ponente. 

Il percorso è quello tradizionale, 291 km dal capoluogo lombardo a una delle località più note e suggestive della Riviera di Ponente. Il via da Milano, in via della Chiesa Rossa, con i primi centotrenta chilometri sostanzialmente pianeggiante, tra la provincia di Pavia e quella piemontese di Alesandria. Superata Ovada, appena transitati in territorio ligure, ecco la prima salita di giornata, il Passo del Turchino, un'ascesa di una decina di chilometri con pendenze dolci, utili a testare la gamba dei favoriti, mentre i fuggitivi sono tradizionalmente già in avanscoperta. La lunga processione della Classicissima di Primavera prosegue con il superamento di Genova Voltri, passando poi per Arenzano, Varazze, Savona, costeggiando la riviera ligure, il tutto attraverso un lungo tratto in pianura che precede il cosiddetto trittico dei Capi: Capo Mele, Capo Cervo e Capo Berta, tre asperità suggestive, che conducono a Imperia, ma non fanno selezione. Diversa l'importanza strategica della Cipressa, salita di 5.6 km di lunghezza, con una pendenza massima del 9% e una media del 4.1%.

Posta a oltre venti chilometri dalla conclusione, la Cipressa non è recentemente mai risultata decisiva nella corsa verso Sanremo, ma il ritmo imposto dalle squadre che non intendono farsi coinvolgere in una volata di gruppo può indirizzarne il finale, appesantendo le gambe dei velocisti puri. Dopo lo scollinamento, ecco il passaggio per Arma di Taggia, generalmente a grande velocità, nell'avvicinamento al Poggio di Sanremo, unico vero trampolino di lancio utile a evitare uno sprint a ranghi compatti. Come la Cipressa, anche il Poggio non presenta reali difficoltà altimetriche, ma è una salita da affrontare dopo quasi trecento chilometri di corsa, e con la suspense che ne deriva. 3.6 km di lunghezza al 3.7%, con una pendenza massima dell'8%, in prossimità del Santuario di Nostra Signora della Guardia. 

E' qui che è possibile provare a fare la differenza, come accaduto lo scorso anno grazie allo slovacco Peter Sagan, che allungò di potenza, seguito a ruota dal polacco Michal Kwiatowski e dal francese Julian Alaphilippe. Le prime rampe del Poggio iniziano a nove chilometri dalla conclusione, mentre dopo lo scollinamento ci sono circa quattro chilometri di discesa, tecnica e con tornanti, che riportano direttamente sull'Aurelia, dove gli ultimi due chilometri di pianura conducono al rettilineo finale di Via Roma. Una Milano-Sanremo che resta il campionato mondiale dei velocisti, ma che vive come sempre sull'incertezza di ciò che può accadere sul Poggio, nell'eterna sfida tra chi lavora per il maxi-sprint e chi viceversa prova a involarsi in solitaria.