La sequenza delle classiche sulle pietre del 2018 si chiude con la Parigi-Roubaix, l'Inferno del Nord, in programma domenica 8 aprile. E' la classica monumento più discussa, di certo tra le più amate, con interi settori di pavè a deciderla. Una foratura, un'accelerazione, un buco e ti ritrovi nella leggenda o (letteralmente) nella polvere. La Roubaix è l'ultimo baluardo di un ciclismo pionieristico, sicuramente anacronistico, ma che proprio per queste ragioni non smette di affascinare. 

Come per tutte le grandi classiche che si rispettino, anche la Parigi-Roubaix ha un chilometraggio alto. 257 km da Compiegne, nei pressi della capitale francese, al velodromo di Roubaix, cittadina ai confini con il Belgio. Ventinove i settori di pavè da affrontare, per 54.5 chilometri complessivi sulle pietre. Settori numerati in ordine decrescente, dal traguardo all'arrivo. I primo novanta chilometri sono su strada asfaltata, poi iniziano i tratti sconnessi tipici della Roubaix, alcuni anche a quattro stelle (le stelle indicano la difficoltà del settore), ma la corsa comincia davvero solo con il passaggio per la Trouée d'Arenberg, al km 162. 2.4 chilometri a cinque stelle, dove i favoriti si mettono in testa per fare il ritmo ed evitare contrattempi. Momento chiave della Roubaix: qui si capisce chi non vincerà la corsa. Dopo la Foresta di Arenberg, diversi tratti di pavè da affrontare, tra cui quello di Wandignies (al km 174.5, 3.7 km a quattro stelle), di Sars-et-Rosières (al km 185, 2.4 km a quattro stelle) e di Orchies (al km 197, 1.7 km a tre stelle). La parte finale della Roubaix iniza con il settore di Mons-en-Pévèle (al km 208.5, 3 km a cinque stelle), dove è possibile fare selezione, anche se spesso l'Inferno del Nord si è deciso nella sequenza Camphin-en-Pévèle (al km 237.5, 1.8 km a quattro stelle) e Carrefour de l'Arbre (al km 240, 2.1 km a cinque stelle). Poi una quindicina di chilometri al traguardo, senza grosse difficoltà, con il tratto di Roubaix che anticipa l'arrivo nel velodromo. Un giro e mezzo di gloria oppure di palpitazione per una volata ristretta. 

Lo scorso anno trionfò proprio allo sprint il belga Greg Van Avermaet (BMC). Il campione olimpico di Rio de Janeiro 2016 è tra i favoriti anche di questa edizione, nonostante la campagna delle Fiandre non gli abbia riservato grandi soddisfazioni. A sua disposizione, lo svizzero Stefan Kung e il connazionale Jurgen Roelandts. E' però la Quick-Step Floors la squadra faro della corsa, con il vincitore del Fiandre, l'olandese Niki Terpstra pronto al bis (ha già vinto nel 2014), all'interno di un team che può permettersi altri big come i belgi Philippe Gilbert e Yves Lampaert, oltre al ceco Zdenek Stybar. Un altro belga, Sep Vanmarcke, guiderà il Team EF-Drapac, mentre il campione del mondo Peter Sagan proverà a rompere l'incantesimo con l'Inferno del Nord. Mai realmente competitivo per la vittoria a Roubaix, lo slovacco avrà bisogno del supporto della sua squadra, la Bora-Hansgrohe, per aggiudicarsi un'altra classica monumento. Gli australiani Mathew Hayman (vincitore nel 2016) e Luke Durbridge condivideranno i gradi di capitano della Mitchelton-Scott, insieme a Matteo Trentin, mentre il tedesco John Degenkolb, il giovane danese Mads Pedersen e il belga Jasper Stuyven saranno gli alfieri della Trek-Segafredo. Da tenere in considerazione i norvegesi Alexander Kristoff (Team UAE Emirates) ed Edvald Boasson Hagen (Team UAE Emirates), con il velocista francese Arnaud Démare speranza della Groupama-FDJ. Attesa per il belga Wout Van Aert (Veranda's Willems-Crelan), vero outsider della corsa. Più indietro nei pronostici i vari Dylan Groenewegen (Lotto-Jumbo), Magnus Cort Nielsen (Astana), Tony Martin (Katusha-Alpecin), Jens Debusschere e Jens Keukeleire (Lotto Soudal), Edward Theuns e Phil Bauhaus (Team Sunweb). Tra gli italiani, oltre a Trentin, è Gianni Moscon l'uomo da tenere d'occhio. Il giovane del Team Sky correrà al fianco di compagni di squadra esperti come Luke Rowe e Ian Stannard, con Geraint Thomas a provare il colpo della vita. 

Albo d'oro recente. 2005. Boonen. 2006. Cancellara. 2007. O'Grady. 2008. Boonen. 2009. Boonen. 2010. Cancellara. 2011. Van Summeren. 2012. Boonen. 2013. Cancellara. 2014. Terpstra. 2015. Degenkolb. 2016. Hayman. 2017. Van Avermaet.

 

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About the author
Andrea Russo Spena
Laureato in giurisprudenza, con una passione senza confini per lo sport. [email protected]