La stagione delle grandi corse di un giorno si chiude domenica 21 aprile, con la Liegi-Bastogne-Liegi, la Doyenne, la Decana delle Classiche, ultima fermata del trittico delle Ardenne, dopo Amstel Gold Race e Freccia Vallone. E' la classica monumento più dura al mondo, insieme al Giro di Lombardia, caratterizzata dalla presenza di undici cotes e da uno scenario tanto tradizionale quanto affascinante. 

Il percorso dell'edizione 2018 non si discosta granchè da quello dello scorso anno. 258 chilometri, da Liegi ad Ans, periferia della stessa Liegi, passando per Bastogne. Dopo i primi settanta chilometri senza vere e proprie difficoltà altimetriche, ecco la Côte de Bonnerue, 2.4 km al 5.8%, che sostituisce la Côte de la Roche-en-Ardenne. Si prosegue poi per altri ottanta chilometri con la sola Côte de Saint-Roch da affrontare, strappo di un chilometro all'11.2%. Molto più dura le seconda parte della corsa, dal chilometro 150 in avanti, con una serie di salite da scalare in successione, come la Côte de Mont-le-Soie (4 km al 6.1%), la  Côte de Pont (1 km al 10.5%), la Côte de Bellevaux (1.1 km al 6.8%), la Côte de la Ferme Libert (1.2 km al 12.1%) e il Col du Rosier (4.4 km al 5.9%). Ma la Liegi si accende generalmente negli ultimi cinquanta chilometri, con il  Col du Maquisard (2.5 km al 5.%) a fare da antipasto alla leggendaria Côte de La Redoute (2 km all'8.9%). Dopo la Redoute, un tratto di falsopiano dove provare a fare ulteriormente la differenza, prima della discesa che conduce alla Côte de la Roche-aux-Faucons (13 km al 11,0%), altro punto chiave della corsa. Da qui mancheranno meno di venti chilometri alla conclusione, generalmente percorsi a tutta velocità. Rapida picchiata verso la periferia di Liegi, con una discesa su strada larga, poi ingresso nel sobborgo, tratti in pavè e la Côte de Saint-Nicolas (1.2 km all'8.6%), perfetto trampolino di lancio per chi voglia anticipare la concorrenza. Ma la Liegi riserva altre trappole, come lo strappo conclusivo che conduce ad Ans, senza pendenze durissime, ma spesso decisivo per evitare una volata a ranghi ristretti. 

Dopo il successo alla Freccia Vallone, il francese Julian Alaphilippe è senza dubbio tra i due principali favoriti della Doyenne edizione 2018. Il corridore della Quick-Step Floors può contare su una condizione ottimale e su una grande squadra: Philippe Gilbert, Enric Mas, Bob Jungels e Pieter Serry gregari di lusso. Il secondo grande favorito è Alejandro Valverde, lo spagnolo che ha trionfato più volte alla Doyenne. Il murciano della Movistar non è riuscito a ripetersi alla Freccia, ma il percorso della Liegi potrebbe essere più adatto a questa fase della sua carriera. Mikel Landa sarà il suo luogotenente. Impressionante la potenza di fuoco del Team Sky, che presenta ai nastri di partenza corridori del calibro di Wout Poels, vincitore due anni fa, Geraint Thomas, Michal Kwiatkowski e Sergio Henao. Ci sarà anche l'olandese Tom Dumoulin, ma in casa Team Sunweb si punterà con ogni probabilità sull'australiano Michael Matthews. Grande attesa tra gli italiani per Vincenzo Nibali, che ha preparato a lungo la Liegi, e che sarà il capitano della Bahrain-Merida, con i fratelli Izaguirre ed Enrico Gasparotto altre opzioni. Il belga Dylan Teuns cercherà il riscatto dopo un Amstel e una Freccia Vallone deludenti, con la maglia della BMC, mentre è sempre da tenere in considerazione il suo connazionale Tim Wellens della Lotto Soudal. Jay McCarthy e Rafal Majka guideranno infine la Bora-Hansgrohe, mentre partono più defilati scalatori da corse a tappe come Romain Bardet (AG2R La Mondiale), Rigoberto Uran (EF-Drapac) e Ilnur Zakarin (Katusha-Alpecin). Outsider i vari Jack Haig, Michael Albasini e Roman Kreuziger per la Mitchelton-Scott, Michael Valgren e Jakob Fulgsang per l'Astana, Diego Ulissi per il Team UAE Emirates. 

Albo d'oro recente. 2006. Valverde. 2007. Di Luca. 2008. Valverde. 2009. A. Schleck. 2010. Vinokourov. 2011. Gilbert. 2012. Iglinsky. 2013. Martin. 2014. Gerrans. 2015. Valverde. 2016. Poels. 2017. Valverde.