Il Giro del Delfinato entra nel vivo con la quarta uscita, la prima in quota. Dominio incontrastato, fin qui, del Team Sky, abile ad aggiudicarsi le due prove contro il tempo - il prologo individuale e la cronosquadre di ieri. Kwiatkowski veste il simbolo del primato, Geraint Thomas è alternativa credibile da proporre nei prossimi giorni. Si parte quest'oggi da Chazey-sur-Ain, epilogo a Lans-en-Vercors. I chilometri da percorrere sono 181, tre i gran premi della montagna dislocati lungo il tracciato. 

La porzione iniziale è piuttosto tranquilla, cinquanta chilometri senza squilli, totalmente pianeggianti. A Aoste, primo rimbalzo, il gruppo entra in una fase di corsa da gestire con attenzione, ricca di saliscendi. La prima fermata in quota è al chilometro 102. Col de Toutes Aures, ascesa di quarta categoria, limitata lunghezza e pendenze accomodanti. Dopo una rapida picchiata, spazio all'esame più duro.

Selezione naturale, la carovana affronta il Col du Mont Noir. I chilometri all'insù sono 17.5, la pendenza media è del 6,9%, ma nei tratti più selettivi si supera il 9%. Difficile ipotizzare un'azione decisiva lungo questi tornanti, mancano all'arrivo circa 40 chilometri. Il rischio tangibile, in caso di alto ritmo, è di perdere le code del plotone, di incassare un ritardo pesantissimo in ottica generale. 

Archiviata la scalata di categoria speciale, "tuffo" verso Rencurel e ultimo battito di tappa. Il traguardo è come detto situato a Lans-en-Vercors, 4.8 chilometri da divorare, la pendenza media è del 7.5%. Come si può notare dall'immagine sottostante, tra il primo e il secondo chilometro la strada si impenna, l'asfalto si fa rovente. Qui la soluzione dell'enigma?

Abbiamo citato il duo Sky, i riflettori si spostano ora sui possibili antagonisti. Nibali e Bardet sono attaccanti di rango, Adam Yates è in rampa di lancio, un filo dietro Martin e Zakarin, senza dimenticare possibili sorprese. Il parco è ricco, il percorso offre una prima chance per riscrivere la graduatoria. 

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