Peter Sagan alza la voce a Valence, il campione del mondo firma la terza vittoria al Tour anticipando allo sprint Kristoff e Demare. Impressione di forza, colpo di reni da funambolo della bicicletta. Dopo una tornata di pausa, tornano protagonisti i grandi della generale, verso Mende è ancora alta montagna. I chilometri da percorrere sono 188, si parte da Saint-Paul-Trois-Chateaux. La tappa è divisibile in due tronconi, i primi 77 chilometri non propongono infatti alcuna difficoltà. Qualche scossa può fornire adeguato trampolino alla fuga odierna, nessuna preoccupazione per il plotone.

La Cote du Grand Chataignier - GPM di quarta categoria, 1km di lunghezza, pendenza media del 7.4% - introduce la seconda fase di corsa, quella ovviamente più interessante. A Besseges, traguardo volante, preludio alla seconda fermata in quota. Col de la Croix de Berthel, 9km con il naso all'insù, pendenza media di poco superiore al 5%. Non c'è un attimo di respiro, picchiata e nuovo rimbalzo, il gruppo scala il Col du Pont sans Eau. 3.3km, impensabile un'azione decisiva qui, siamo troppo distanti dal traguardo. 

Mancano all'epilogo 46km, si entra in un intermezzo condito da discesa e pianura, una sorta di oasi in cui recuperare preziose energie da distribuire lungo i 3km che conducono alla Cote de la Croix Neuve. Il settore centrale è il più impegnativo, la pendenza è costantemente superiore al 10%, può esplodere la lotta tra i fuoriclasse presenti al Tour e tra i pretendenti al successo di tappa. Dalla vetta all'arrivo, 1500 metri, una volata per conquistare ribalta e gloria.  

Geraint Thomas detiene il simbolo del primato, per quanto visto ha le carte in regola per mantenere la maglia e giocarsi anche la vittoria. Froome è la seconda opzione in nero, attenzione al re del Giro. Dumoulin, su uno strappo così, deve agire di rimessa, spazio quindi ad attaccanti come Bardet o Martin. In casa Movistar, riflettori su Valverde, è un finale che esalta lo spagnolo. Come ampiamente anticipato, può essere il giorno della fuga, il gruppo non intende spendere forze ulteriori per inseguire corridori fuori classifica. 

Il percorso 

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Johnathan Scaffardi
Lo sport come ragione di vita, il giornalismo sportivo come sogno, leggere libri e scrivere i piaceri che mi concedo