E' finito come ci aspettava il Rugby Championship 2018, ovvero con la Nuova Zelanda campione. Quello però che alla vigilia si temeva diventasse un torneo a senso unico si è comunque rivelato invece un evento imprevedibile, a prescindere dal successo finale degli All Blacks, praticamente mai in discussione nonostante la sorprendente sconfitta con il Sudafrica alla quarta giornata.

Proprio i bokke, in quest'ultima tornata, hanno nuovamente dato del filo da torcere ai neozelandesi, rischiando seriamente di rovinargli la festa e non riuscendoci per soli 2 punti, dopo aver avuto un vantaggio superiore al doppio break per buona parte del match. Troppo forte la Nuova Zelanda, che anche stavolta ha giocato - come spesso accaduto nel corso del torneo - un primo tempo al di sotto delle aspettative, salvo poi crescere nella ripresa fino a dominare l'avversario nel finale. Era successo così anche nel primo incontro contro il Sudafrica, dove solo gli errori al piede di Barret avevano concesso agli uomini di Erasmus di mantenere il vantaggio. Resta comunque un torneo di altissimo livello per il Sudafrica, partito in sordina e con tante insicurezze, per poi concludere invece in crescendo e con addosso molte certezze in più sul futuro. Il passo falso di Mendoza e la successiva sconfitta di Brisbane contro l'Australia avevano fatto presagire una certa aria di crisi nell'ambiente sudafricano, ma proprio sul più bello gli Springboks hanno tirato fuori gli artigli, rimettendo in piedi un torneo concluso con un meritato secondo posto. 

Se in Nuova Zelanda si festeggia e in Sudafrica si può sorridere, ben diversa è la situazione dell'Australia. I Wallabies erano partiti come candidati al secondo posto e con l'impressione di poter essere gli unici ad impensierire gli All Blacks, che invece hanno avuto vita facile sia all'andata che al ritorno. Nonostante ciò si pensava che comunque la piazza d'onore fosse un traguardo facilmente raggiungibile, ma dopo la vittoria casalinga sul Sudafrica la squadra di Cheika ha completamente perso la bussola: la clamorosa sconfitta interna contro l'Argentina ha mostrato tutti i limiti degli australiani, che due settimane dopo sono nuovamente caduti sotto i colpi di un Sudafrica rinato. La sofferta vittoria dell'ultima giornata contro i Pumas, dopo un primo tempo da incubo, ha evitato l'umiliazione dell'ultimo posto, ma non può ovviamente cancellare le ferite di un torneo che ha seriamente messo in discussione le aspirazioni della squadra australiana. Dall'altra parte c'è invece un'Argentina che è apparsa in grado di potersela giocare con tutti, dopo il clamoroso 0 dell'anno scorso alla casella punti: a completamento di un ottimo torneo è mancato soltanto il secondo tempo contro l'Australia, che lì ha relegati ad un ultimo posto probabilmente immeritato per quanto visto in campo. Gli scalpi di Sudafrica e Australia (battuta in trasferta) non sono però cosa da poco, e la cura Ledesma a quanto pare ha funzionato meglio del previsto. A un anno dal mondiale, gli argentini sono tutto meno che da sottovalutare.

Finisce qui un torneo ancora una volta interessante, da cui esce una Nuova Zelanda un po' meno corazzata del solito (ma ancora quasi impossibile da battere), un Sudafrica in crescita, un'Argentina sorprendente e un'Australia da rivedere. Di seguito: il riassunto del torneo e la classifica finale.

1° GIORNATA  AUS-NZ  13-38  SUD-ARG  34-21
2° GIORNATA  NZ-AUS  40-12  ARG-SUD  32-19
3° GIORNATA  NZ-ARG   46-24  AUS-SUD  23-18
4° GIORNATA  NZ-SUD  34-36  AUS-ARG   19-23
5° GIORNATA  SUD-AUS  23-12  ARG-NZ  17-35
6° GIORNATA  SUD-NZ  30-32  ARG-AUS  34-45


CLASSIFICA FINALE
NUOVA ZELANDA - 25 pt
SUDAFRICA - 15 pt
AUSTRALIA - 9 pt
ARGENTINA - 8 pt