Peccato. E' la prima parola che viene in mente al fischio finale di una partita del genere, dove gli azzurri hanno a tratti saputo trovare le contromisure adatte ad un'Australia che ha saputo sfruttare le sue grandi individualità, soprattutto tra i trequarti, ma che ha sofferto tantissimo contro una squadra che sulla carta andava battuta in maniera netta. Per l'Italia un finale amaro, era una partita da cui si poteva tirar fuori qualcosa di più facendo qualche errore in meno nelle solite situazioni dove da sempre la nazionale fa fatica: mancanza di lucidità, incapacità di finalizzare arrivati ai 5 metri dalla linea di meta e rimessa laterale al limite dell'imbarazzante nel secondo tempo.

Italia che al via mantiene il possesso e concede poco all'Australia, che sembra avere le potenzialità per affondare ma è molto macchinosa. Folau non esaspera ancora il gioco al piede, anche perché di possesso i Wallabies non ne hanno tantissimo, tant'è che la prima grande occasione è per gli azzurri: Hayward riceve nella propria metà campo e trova il buco per aprire la difesa australiana, il passaggio a Steyn arriva al momento giusto e il numero 8 va a schiacciare in meta, mettendo però il piede fuori al momento del tuffo oltre la linea.

Gli azzurri tengono bene, ma quando i ritmi si alzano vanno in affanno e regalano qualche calcio di troppo. Al 9' To'omua ha la possibilità di sbloccare il punteggio dalla piazzola, ma il pallone è largo e si resta sullo 0-0. Il ritmo cala nuovamente e la partita è equilibrata: al minuto 13' i Wallabies vincono una touche a metà campo, la trasmissione di Gordon verso To'omua però è lenta e Tebaldi ne approfitta per inserirsi e volare in meta. Gauzere però sorprende tutti e annulla per un presunto fuorigioco del mediano di mischia azzurro, che dalle immagini però si vede andare oltre la linea dopo la fine della touche, quindi in maniera regolare. Il fischietto francese non controlla neanche il TMO e insiste nella sua decisione nonostante poco dopo ogni replay avrebbe confermato l'assoluta regolarità della marcatura. L'Italia spinge, ma manca ancora l'istinto di dare il colpo decisivo a una squadra in difficoltà, con Bellini che manca ancora di pochissimo la meta dopo l'azione al largo e il servizio di Campagnaro.

Il tentativo di Steyn | twitter - @Federugby
Il tentativo di Steyn | twitter - @Federugby

I primi 30 minuti vedono una nazionale azzurra molto attiva e un'Australia un po' sterile quando attacca, ma proprio alla mezz'ora arriva il break che sblocca la partita per i Wallabies: il buco lo fa Kerevi e il pallone da schiacciare è per Marika Koroibete. La marcatura spezza le gambe ad una nazionale che fino a quel momento aveva tenuto benissimo il campo, la squadra di Cheika ne approfitta e 5 minuti dopo raddoppia con una bella azione al largo, ed è ancora Koroibete a sfruttare la superiorità numerica australiana per fare il bis. To'omua trasforma nuovamente e chiude la frazione sul 14-0, anche se nel finale gli azzurri si riportano nuovamente nella zona di meta avversaria, senza riuscire a colpire.

Il secondo tempo inizia con un'Australia intenzionata a chiudere il match il prima possibile, i Wallabies spingono e dopo 3 minuti sfondano con Tupou, con l'arbitro che visiona l'azione al TMO per un'ostruzione su Lovotti, che c'è ma non viene considerata influente ai fini dell'azione. Quando però la partita rischia di scivolare verso un finale scontato arriva l'episodio che riapre i giochi: l'intercetto di Bellini è perfetto per scelta di tempo e corsa verso la meta, con Allan che trasforma per il 7-21 al minuto 46'. Si ritorna a due break di svantaggio, e l'Italia comincia a spingere veementemente, perché più passa il tempo e più l'Australia torna a soffrire. Al 59' gli azzurri sfiorano ancora la meta con l'azione al largo di Hayward che al momento buono imbecca Campagnaro per la meta, ma Sio interrompe l'azione con un avanti volontario che gli costa il cartellino giallo.

Hayward al contrasto | twitter - @Federugby
Hayward al contrasto | twitter - @Federugby

Con l'uomo in meno l'Australia si chiude in trincea: l'Italia passa 10 minuti nella 22 avversaria tra azioni decise, errori clamorosi in touche e mischie gestite in maniera abbastanza opinabile dall'arbitro Gauzere. Con l'uscita di Zanni la rimessa laterale degli uomini di O'Shea smette di funzionare, Budd è marcatissimo e quasi tutti i palloni finiscono nelle mani australiane. I successivi vantaggi gli azzurri li giocano in mischia ordinata, che più volte viene ruotata in modo discutibile o addirittura fatta crollare senza che il direttore di gara francese intervenga. Fatto sta che ancora una volta all'Italia manca quel killer instinct che le avrebbe permesso di riaprire il match.

O'Shea gioca la carta Canna al posto di un Allan involuto rispetto al recente passato, ed è costretto poi a rinunciare a Bellini per un infortunio alla spalla occorso nel grandissimo salvataggio su Folau lanciato in meta. La benzina inevitabilmente finisce e al 78' arriva anche la quarta meta con Will Genia, che chiude il match sul 26-7. L'Italia esce dal campo tra gli applausi dell'Euganeo e con la consapevolezza di aver giocato una grande partita, ma anche con la convinzione che si potesse ottenere di più dal risultato e che i soliti errori hanno ancora una volta condizionato il risultato finale.