L'atletica mondiale trema. Ancora una volta è il doping a turbare il sonno degli atleti, degli allenatori, dei vari comitati nazionali e della Iaaf. La credibilità della disciplina regina delle Olimpiadi viene messa a dura prova.

Dopo le competizioni olimpiche e mondiali svoltesi tra il 2001 e il 2012, i controlli avrebbero rilevato valori ematici definiti "incredibilmente anormali", questo per 1 atleta su 7. Se questo fosse vero andrebbero cancellati 55 ori tra Olimpiadi e Mondiali, per un totale di 146 medaglie ottenute da atleti dopati. Il modo in cui sono state ottenute queste informazioni, ricalca quello di una spy-story.

Il vaso di Pandora è stato scoperchiato infatti da un'inchiesta congiunta, effettuata dall'emittente televisiva tedesca Ard e dal quotidiano britannico Sunday Times. Entrambi sarebbero entrati in possesso dei dati relativi a 12 mila test su 5 mila atleti, di cui 800 dopati, grazie ad un complice all'interno della Iaaf. Quest'ultima in un durissimo comunicato ha minacciato azioni legali contro l'accesso a documenti riservati, ottenuti senza il consenso della federazione internazionale. Lo scorso inizio di luglio nella finale dei 100 m alla Diamond League di Losanna, c'erano 5 atleti su 7 sospesi in passato per doping: Gatlin, Gay, Powell, Rodgers e Collins. Ard e Sunday Times hanno mostrato le informazioni raccolte nell'inchiesta a 2 esperti nella lotta al doping come Robin Parisotto e Michael Ashenden. Quest'ultimi non avevano mai visto prima esami con valori così anomali e sballati ed hanno evidenziato rischi per la salute degli atleti. Ard non è nuova a inchieste sul doping e ad attacchi alla Iaaf. Quest'ultima avrebbe coperto 150 presunti casi di doping tra il 2006 e il 2008, riguardanti atleti russi, britannici, tedeschi e africani. C'è una hit parade della frode sportiva. La guidano Russia e Kenya. Quella delle Olimpiadi più sporche la guida Pechino con 19 casi, seconda Atene con 16 e terza Londra con 10.

 Il 20 agosto verrà eletto il nuovo presidente della Iaaf. Quello uscente Lamine Diack, al potere da 16 anni ininterrotamente, quasi come Blatter nella Fifa o Carlo Magri nella Fipav, ha minimizzato le accuse di Ard e Sunday Times. Il presidente del CIO Thomas Bach a margine del congresso per il rinnovo dei delegati ha parlato di presunzione d'innocenza ma anche di tolleranza zero se venissero confermati i sospetti; sarebbe però troppo tardi. Nella corsa per la presidenza Iaaf Sebastian Coe sarebbe in vantaggio su Sergej Bubka perchè quest'ultimo proviene dall'Ucraina, che ha avuto tanti problemi di doping. Lo stesso Coe però avrebbe coperto tanti casi di frode in qualità di membro della Iaaf dal 2003 e avrebbe fatto parte del comitato organizzatore di Londra 2012, porto franco per chi avrebbe barato. Purtroppo però contano gli interessi politici non quelli della lotta al doping. Con grande amarezza si scopre che dal doping di stato della Germania Est, passando per il caso di Ben Johnson a Seul 1988, allo scandalo dei Laboratori Balco, per arrivare a quello odierno non è cambiato niente.