"Mi dispiace, ma pensando al futuro è meglio così. Dopo la mia ultima uscita a Montecarlo, il 17 luglio, avevo avuto nello stesso punto una piccola borsite. Una volta riassorbita, il dolore continuava a farsi sentire e così abbiamo fatto tutti gli esami del caso. Ora è importante che mi fermi e mi curi come si deve. Ripartirò presto, anche se, a un anno dall'Olimpiade di Rio, non si possono correre rischi".

Commenta così Alessia Trost l'infortunio che allontana l'avventura mondiale e costringe la saltatrice azzurra a uno stop di sei settimane. Lesione al tendine d'Achille destro, un problema consueto in una disciplina che costringe a uno sforzo importante in fase di stacco.

22 anni, talento cristallino, già oltre i 2 metri, la Trost rende conto ancora una volta alla sorte. Non il primo intoppo fisico, in una carriera ancora agli albori. Lampi, voli eleganti, intervallati da brusche frenate, la lunga rincorsa al titolo mondiale arricchita dal titolo europeo Under 23, ora l'ennesima porta chiusa, l'ennesima asticella spinta a terra dal destino.

Ad inizio luglio, 1.90, misura non di livello assoluto, ma un primo passo verso il meglio dell'Alto. Il primo scalino verso il cielo di Pechino, in una specialità al momento senza regina. In tante si danno battaglia a quote non proibitive. I problemi della Vlasic, il lento ritorno della Chicherova, le lune della Kuchina, nel mezzo Alessia, pronta a bussare all'iride.

Tutto da rifare, con il sorriso. La Trost sposta l'obiettivo, cinque cerchi olimpici, dalla Cina al Brasile, un salto verso Rio.

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Johnathan Scaffardi
Lo sport come ragione di vita, il giornalismo sportivo come sogno, leggere libri e scrivere i piaceri che mi concedo