Classe '76, anni 40, 41 tra qualche mese. Fabrizio Donato è capitano ed esempio, a Belgrado guida un'Italia giovane e di buon avvenire, in cerca di una via e di coordinate certe. All'alba dell'ultima giornata, qualche riscontro positivo, nessuna medaglia, la delusione del lungo. Tocca a Donato, ancora una volta. Il volto segnato dalla lunga carriera, tra infortuni e vittorie, malasorte e ritorni. Il fisico chiede un pedaggio pesante, non può Donato scorrazzare in pedana, deve gestire le sue energie, accettare l'incedere del tempo. Qualificazione in carrozza, in finale opta per un andamento conservativo. Un salto d'approccio, poi il balzo - con tempi perfetti - a 17.13. Davanti, a tutti. Il triplo si tinge per un attimo d'azzurro. La terza tornata segna il cambio della guardia, il portoghese Evora, un grande della disciplina, approda a 17.20. Hess, il tedesco, si ferma un centimetro dietro Donato. La gara si risolve qui, la classifica si cristallizza, Donato si ripresenta solo per l'ultimo salto, tenta il colpaccio. Non passa, è argento, un argento meraviglioso. 

Laura Muir piazza una candidatura importante per l'elezione a personaggio dell'europeo. Dopo il titolo sui 1500, bissa sui 3000 ed è ancora record dei campionati. 8'35"67 per la britannica, protagonista di questo inizio di stagione al coperto. La Can, seconda, paga circa otto secondi. Un'ottima Giulia Viola trova il personale, 8'56"19, e chiude settima. Al maschile, sulla medesima distanza, oro Mechaal, con H.Ingebrigtsen argento e Ringer bronzo al termine di una volata a tre. Settimo Crippa, squalificato Razine. 

Fuori, infine, nelle semifinali dei 60 Hooper e Bongiorni. La Hooper corre il personale di stagione, 7"34, ma non basta per staccare il pass, mentre la Bongiorni si ferma a 7"43. Miglior tempo di ingresso in finale per la Povh - 7"16 - sulle sue code Kambundji e Haase.