L'eterna sfida tra il vecchio campione e il giovane rampante destinato a scalzarlo vivrà un nuovo capitolo questa sera, nella prestigiosa cornice del Wembley Stadium.
Wladimir Klitschko, a 41 anni suonati, sale sul ring per quello che potrebbe (dovrebbe) essere il suo ultimo match. Ad affrontarlo, Anthony Joshua, 18 anni più giovane, indicato da tutti gli addetti ai lavori come il padrone dei pesi massimi per i prossimi 10 anni. In palio, davanti a 90mila spettatori (eguagliato il record che resisteva dal 1939, quando si affrontarono Len Harvey e Jock McAvoy), ci saranno le corone dei massimi IBF (in possesso di Joshua) e quelle WBA e IBO, lasciate vacanti da Tyson Fury. Il vincitore se la vedrà poi col bulgaro Kubrat Pulev, già messo ko nel 2014 dall'ucraino. Borsa di circa 17 milioni a testa, più una detta dei ricavi dalla pay-tv.

La vigilia - Joshua è dato nettamente favorito da tutti: bookmakers, addetti ai lavori, appassionati. Dalla sua parte ha la gioventù, un pugno capace di far male a chiunque (e la mascella di Klitschko ha mostrato fragilità anche nei bei tempi), una parabola che sembra inarrestabile, con 18 avversari messi ko senza quasi impensierirlo. Klitschko sembra sul viale del tramonto già da 4 anni: dopo la vittoria ai punti con Povetkin, unico pugile di valore affrontato dai tempi di Haye, sono arrivati due veloci ko nel 2014 (contro l'impresentabile Leapai e il coraggioso e poco più Pulev), una vittoria ai punti sofferta contro Jennings il 25 aprile del 2015 e, infine, la netta sconfitta contro Fury nel novembre del 2015. Il 2016 se ne è andato alla rincorsa della rivincita contro Fury, a sua volta impegnato a combattere senza successo i suoi demoni.

Qui Klitschko - E' impensabile che Klitschko non si sia preparato maniacalmente a questo match, così come non è credibile che salga sul ring senza la convinzione di poter riconquistare il titolo. Per quanto sia stato fortunato, o sfortunato, da vivere negli anni in cui il talento non ha benedetto i pesi massimi, dal ritiro di Lennox Lewis è stato impossibile trovare un avversario degno di lui e del fratello Vitaly, il pugile ucraino è stato per 10 anni il padrone incontrastato della categoria, riuscendo a difendere le sue cinture per 23 volte (tra i pesi massimi, soltanto Joe Louis con 25 ha fatto meglio), e per 12 volte (altro record) ha battuto pugili che, prima di incrociare i guantoni con lui, avevano sempre vinto.
Klitschko è un perfezionista, lo è stato per tutta la sua carriera, è orgoglioso, si è sempre rialzato dopo le pesanti sconfitte subite nei primi anni di carriera, e non vuole chiudere la sua storia sportiva senza un'ultima impresa. A differenza di altri grandi pugili degli ultimi 20 anni che non hanno saputo dire basta al momento giusto e si sono trascinati sul ring macchiando il proprio mito (un esempio su tutti, Roy Jones), Klitschko, pur non potendo essere al top, sa di poter essere ancora competitivo ai massimi livelli. Nelle dichiarazioni della vigilia, oltre a ostentare la solita sicurezza, l'ucraino ha eluso domande relative al suo ritiro, ha confermato la sua ossessione ("Voglio tornare ad alzare la cintura di campione del mondo. Ho modellato la mia vita negli ultimi tempi: lavoro, lavoro e ancora lavoro in palestra"), e ha mostrato una misteriosa chiavetta Usb, dentro cui ci sarebbe - secondo le sue parole - la registrazione della "soluzione del match". Al peso, ha fatto registrare 240 libbre, mai così poche dal match del 2009 contro Ibragimov e solo seconda volta, dal 2000, che non supera le 240 libbre. Joshua invece ne ha fatte registrare 250, più che in tutti i precedenti 18 match.

Qui Joshua - Era il 1987 quando Barry Hearn, un promoter che aveva fatto fortuna in Inghilterra grazie al biliardo, decise di puntare sul pugilato. Il primo match di cui curò l'organizzazione fu tra Frank Bruno (famoso per essere stato demolito da Tyson) e Joe Bugner (che gli appassionati di Terence Hill e Bud Spencer conoscono bene). Da allora, la sua Matchroom ha fatto la fortuna di pugli come Eubank, Benn, Hamed, Hide e anche Lewis. Suo figlio Eddie, grazie a un accordo con Sky Sports, ha fatto ancor meglio. Nella scuderia della Matchroom sono oggi presenti i migliori pugili britannici, tutti ai vertici delle loro categorie: Kell Brook, Tony Bellew, James DeGale e, naturalmente, Anthony Joshua. Gestire la carriera di Joshua non è certo stata impresa delle più difficili. Dopo l'Oro di Londra conquistato ai danni del nostro Cammarelle col compiacimento dei giudici, il pugile di origine nigeriana ha bruciato le tappe. A 1 anno e 6 giorni dal debutto tra i pro, arriva la conquista del titolo Internazionale WBC, poi la cintura del Commonwealth, il titolo nglese (spedendo al tappeto Dillian Whyte, tra i pochi a batterlo da dilettante), quindi, nell'aprile del 2016, la conquista del titolo mondiale contro Breazeale, cintura difesa lo scorso 10 dicembre contro Molina. Proprio subito dopo aver messo ko Molina, Joshua annunciò l'accordo per vedersela con Klitschko.

Anthony Oluwafemi Olaseni Joshua è lontano dallo star system: nessuno del suo entourage va in giro a esibire valigette piene di banconote e, a quanto pare, il campione del mondo vive ancora con la madre, una 51enne emigrata negli anni ottanta dalla Nigeria, in un appartamento a nord di Londra, acquistato con i primi soldi guadagnati da professionista. Alla mamma, a cui non permette di assistere ai suoi match neanche dalla tv, ha appena regalato una Range Rover. Un'infanzia comunque non semplice, caratterizzata da piccoli crimini commessi insieme a una band di teppistelli, poteva trasformarsi nell'ennesima vita rovinata dalla droga, se a 18 anni Joshua non fosse stato convinto da un cugino ad approcciarsi al pugilato: era il 2008, solo 4 anni più tardi arrivò l'oro olimpico, anche grazie alla lungimiranza di una corte che nel 2011 chiuse un occhio dopo un fermo per alta velocità e possesso di cannabis. Nel 2015 è nato, dalla relazione con la sua storica e ora ex girlfriend, suo figlio Joseph: per loro, Anthony ha comprato una casa da mezzo milione di sterline non lontana da quella in cui vive con la madre.
Joshua si è allenato per questo match per 14 settimane, al ritmo di due sessioni giornaliere ognuna di due ore: la mattina con i pesi, il pomeriggio sul ring, tra le due sessioni quante più ore di sonno possibile e pasti tra le 4mila e le 5mila calorie. Per rilassarsi, tanta lettura (soprattuto libri di economia) e, come Lennox Lewis, qualche partita a scacchi. Mai una dichiarazione fuori posto o un atteggiamento al di sopra delle righe (tranne che con l'odiato Whyte), anche stavolta Joshua ha mostrato quel volto pacato e sorridente che ha conquistato tanti sponsor, solitamente lontani dal pugilato.
"Non ho mai sottovalutato un avversario, le poche volte che è accaduto ho sbagliato. A Wembley vincerà l'uomo migliore, e sarò io. Fisicamente e mentalmente sono pronto a qualsiasi battaglia, ho studiato i minimi dettagli, amo questo sport e lo prendo sul serio. Contro Klitschko sarà un'altra pietra della mia scalata verso l'assoluta grandezza." Quell'assoluta grandezza che, secondo la stampa inglese, farà di lui il primo pugile miliardario della storia.

I record

Wladimir Klitschko, nato il 25 marzo 1976 a Zhangiztobe, Kazakhstan. 64 vittorie (53 ko), 4 sconfitte (3 ko)

Anthony Joshua, nato il 15 ottobre 1989 a Watford, Inghilterra. 18 vittorie (18 ko).

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