A due passi da Austria e Slovenia, la salita inedita dell'Altopiano del Montasio offre qualche verdetto, lascia qualche dubbio, chiarisce meglio le idee su strategie e personaggi. Responso pronosticabile, oggi diventato certezza, è l'uscita di scena di Ryder Hesjedal, maglia rosa nel 2012 e già in difficoltà nella prima ascesa, sul Passo Cason di Lanza. La gamba non è delle migliori neanche per Scarponi, che era stato brillante nella prima settimana, né per Sir Bradley Wiggins, che oltre alle discese bagnate pare non digerire appieno neanche le pendenze più ardue. Distacchi contenuti, è vero, ma sono pur segnali sull'andazzo generale. Con Nibali, e dopo la coppia colombiana, giungono Evans, un ottimo Pozzovivo e le due mezze sorprese Santambrogio e Majka. Poi tutti gli altri, tra cui l'eterna promessa mai realizzata, Gesink.

 
Il Montasio appartiene alle Alpi, quelle Giulie, che hanno un nome dolce ma posseggono anche tratti infernali. A un certo punto la strada si restringe, diventa una biscia piccola e insidiosa, si tocca il 20% di pendenza. Poco prima di questa zona allunga Uran, che non verrà più ripreso: è l'uomo, in teoria, primo gregario di Wiggins. Gregario di lusso, visto il curriculum di tutto rispetto nonostante i soli 26 anni: maglia bianca e 7° al Giro dell'anno scorso, argento olimpico alle spalle del solo Vinokurov, nei recenti Giochi di Londra. Ora Uran ha 2'04'' di distacco da Nibali, terzo nella generale. Quarto c'è il suo capitano, Wiggins, staccato di un solo secondo. Nel Team Sky ci sarà molto da lavorare sulle gerarchie e sulle priorità, nei prossimi giorni.
 
E' una tappa che rafforza le quotazioni e le convinzioni di Vincenzo Nibali, aiutato da un generosissimo Agnoli fino a poco dalla fine. Lo squalo siciliano vede sgretolarsi a poco a poco la concorrenza, almeno quella sulla carta più temibile: Pozzovivo, Majka e Santambrogio sono nomi poco altisonanti, che potrebbero facilmente smarrirsi nel corso delle tappe. Dopo il mezzo passo falso di Wiggins, Scarponi e Intxausti, il vero rivale di Nibali rimane "nonno" Evans, sempre lì, sui pedali, a stringere i denti senza dare segnali di cedimento. La sorpresa è anche questo Betancur, altro forte scalatore sudamericano: lascia sul posto i migliori, si fionda all'inseguimento di Uran, forse troppo tardi. O forse no. "Siamo entrambi colombiani, non potevo andare a prenderlo...". Amor di patria, inconsueto rispetto tra connazionali.