Nella tappa che, a cinquant'anni di distanza, fa omaggio alle vittime della tragedia del Vajont, vince il lituano Navardauskas, maglia rosa per due giorni nel Giro 2012, con un'azione prepotente, in solitaria. Faceva parte della fuga, quella buona, quella formata da 20 corridori, con qualche nome interessante per via dell'arrivo in leggera salita (Di Luca, Pirazzi). Ma Navardauskas parte a braccetto con Oss nel tratto pianeggiante, i due passistoni riprendono e staccano il tedesco Gretsch, che tutto solo aveva anticipato gli altri. A 5 chilometri dal traguardo il lituano della Garmin lascia sul posto Oss, senza alzarsi sui pedali, senza scomporsi, semplicemente macinando metri con energia diversa, nello scenario suggestivo al confine tra Veneto e Friuli, nella tappa della memoria.
 
In mattinata c'è la prima positività del Giro 2013: il francese Georges ha assunto uno stimolante, secondo un controllo del 10 maggio; in attesa delle controanalisi ovviamente non è partito, stamane. Ryder Hesjedal fatica ancora, pedala nella pancia o sul fondo del plotone, sull'ultima irrisoria ascesa si stacca, ancora una volta (ieri ha perso 20' dai migliori): per il canadese con il numero 1 sul dorso è un Giro inaspettatamente difficile. Stringerà i denti e proverà a vincere una tappa, probabilmente, nella terza settimana, condizioni fisiche permettendo.
 
Dopo un grande Navardauskas e dopo un ottimo Oss giunge terzo Pirazzi, che nella frazione odierna ha rafforzato la sua maglia azzura, quella di miglior scalatore. Poi arriva il gruppetto degli attaccanti, tra i quali c'è un deluso Di Luca, ancora alla ricerca dell'assolo giusto. Prima che a quasi 5 minuti giunga il plotone, lo spagnolo Intxausti allunga e guadagna una ventina di secondi sui migliori, rosicchiando qualcosa dopo la prova non brillante di ieri, sul Montasio. Domani giornata semplice, per ruote veloci. Improbabile che arrivi una fuga, probabile che vinca Cavendish.