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Il Tour de France ha 112 anni ma non li dimostra

Galeotto per la nascita della Grand Boucle fu l'Affaire Dreyfus. La corsa a tappe più famosa nel mondo è arrivata all'edizione numero 102.

Il Tour de France ha 112 anni ma non li dimostra
Il Tour de France ha 112 anni ma non li dimostra
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Di Alessandro Brugnolo

Galeotto fu l'Affaire Dreyfus, l'ufficiale di origine ebraica accusato di aver venduto segreti militari della Francia alla Germania. Il suo caso per molti anni tra la fine dell'800 e i primi del '900 divise l'opinione pubblica dei nostri cugini d'Oltralpe. Pierre Giffard editore del quotidiano sportivo Le Vèlo riteneva lo stesso Dreyfus innocente e fu osteggiato dai principali sponsor del giornale. Il già citato Giffard reagì decidendo di finanziare Henri Desgrange che fondò L'Auto-Vèlo, stampandolo su carta gialla e non verde come il rivale. Da questo derivò l'idea del colore della maglia simbolo del primato, che viene assegnata ogni anno al vincitore della classifica generale della Grand Boucle.

Il Tour de France venne creato nel 1903 per ovviare alla crisi di vendite de L'Auto-Vèlo rispetto al quotidiano rivale. Il primo vincitore della corsa fu Maurice Gaurin, un italiano nato in Valle d'Aosta che avrebbe poi ottenuto la nazionalità francese. Da allora la Grand Boucle ad eccezione delle due Guerre Mondiali non si sarebbe più fermata. Francesi e belgi fecero la parte del leone per quanto riguarda l'Albo d'Oro delle prime edizioni.

L'Italia diventò protagonista con il bis di Ottavio Bottecchia. Quest'ultimo nel 1924 stabilì un record, rimase in maglia gialla dalla prima all'ultima tappa. Botescià si aggiudicò la Grand Boucle pure nel 1925, morì in circostanze mai del tutto chiarite il 15 giugno 1927. Dal 1931 al 1961 il Tour de France si disputò per sole squadre nazionali, allo scopo di contrastare gli interessi delle fabbriche di biciclette, che troppo spesso avevano condizionato gli esiti della corsa. Furono gli anni di Gino Bartali, Fausto Coppi, Hugo Koblet, Louison Bobet. Fra l'altro risale al 1952 un'immagine entrata di diritto nella storia del ciclismo: il passaggio di una borraccia d'acqua, durante una tappa di montagna dalle mani di Gino Bartali a quelle di Fausto Coppi oppure viceversa.

Dal 1962 il Tour de France ritornò ad ospitare le squadre di club per ovviare alla crisi delle industrie di biciclette. Gli anni 60 del '900 furono caratterizzati da 4 successi di fila del francese Jacques Anquetil e da quello nel 1965 di Felice Gimondi. Per rivedere un italiano primo a Parigi si sarebbero dovuti attendere altri 33 anni, nel 1998 ci riuscì il compianto Pirata Marco Pantani. Nel 1967 trovò per la prima volta una drammatica ribalta il problema del doping, con la morte sul Mont Ventoux di Tommy Simpson. Tra la fine degli anni 60 e i primi anni 70 dominò la Grand Boucle il Cannibale Eddy Merckx. Nel 1973 si impose lo scalatore spagnolo Luis Ocana, morto suicida nel 1994, le sue ceneri furono sparse sui Pirenei, teatro delle sue più grandi imprese.

Dal 1975 la Grand Boucle si conclude con la passerella sugli Champs Elysee, in precedenza terminava al Parco dei Principi. Nel 1977 conquistò il Tour de France il francese Bernard Thèvenet; si ricorda in quell'edizione un successo a Pra Loup, sede di arrivo quest'anno. Tra la fine degli anni 70 e la prima metà degli anni 80 fece la parte del leone il bretone Bernard Hinault, che fu l'ultimo corridore di casa ad aggiudicarsi la Grand Boucle nel 1985. Nel 1987 Stephen Roche fu il primo e unico irlandese a vincere il Tour de France, centrando pure una storica accoppiata poichè conquisto anche il Giro d'Italia.

La prima metà degli anni 90 fu caratterizzata dai 5 successi consecutivi dello spagnolo Miguel Indurain (unico a riuscirci), che eguagliò numericamente Anquetil, Merckx e Hinault. Nel 1995, anno dell'ultimo atto della dinasty di Miguelon, morì Fabio Casartelli, che cadde lungo la discesa del Portet-d'Aspet. Gli appassionati ricorderanno la voce rotta dal pianto di Adriano De Zan nell'annunciare il decesso in diretta televisiva. Nel 1998 Marco Pantani centrò quella che rimane tuttora l'ultima doppietta Giro-Tour. Dal 1999 al 2005 i 7 successi consecutivi di Lance Armstrong furono cancellati per doping e quelle edizioni sono rimaste senza vincitore, una sorta di damnatio memoriae del texano.

Nel 2011 si impose per la prima volta un australiano, Cadel Evans. Nel 2012 e nel 2013 vinse la Gran Bretagna, prima con Sir Bradley Wiggins, poi con Chris Froome. Lo scorso anno è tornata a sorridere l'Italia con Vincenzo Nibali. Riuscirà a ripetersi lo Squalo dello Stretto oppure sarà la volta di un'altra doppietta Giro-Tour con il Pistolero di Pinto alias Alberto Contador, già vincitore a Parigi nel 2007 e nel 2009 (più un trionfo revocato per doping nel 2010)?