Poche ore al via, da Utrecht. Il Tour si concede, il più grande evento ciclistico dell'anno è alle porte e l'edizione 2015 è senza dubbio la più attesa degli ultimi anni. Mai in passato, al via, quattro carte di egual importanza: Contador, Froome, Quintana, Nibali.

La prima settimana riserva non poche note di colore, spunti di riflessione che allontanano le critiche del passato. Il Tour è vivo e lo è dai primi chilometri.

Si parte dal territorio olandese per l'unica cronometro individuale dell'intera corsa. Utrecht - Utrecht, 13,8 km contro il tempo, utili ad assegnare il simbolo del primato. L'unico riferimento cronometrico è previsto a metà tracciato, intorno al km 7 e il percorso non presenta, nel suo svolgimento, alcuna difficoltà. Tappa quindi per specialisti del format, con gli uomini di classifica attenti a non lasciare sul terreno secondi preziosi. 

L'altimetria della prima tappa:

Da Utrecht prende il via la seconda tappa, che trova il suo epilogo a Zélande, 166 km dopo. Questa è l'unica uscita prettamente per ruote veloci. Un percorso lineare, nessuna asperità ad alterare l'andatura del gruppo. Un traguardo volante è posto a Rotterdam, al km 80, verso il traguardo una lunga volata, con ampio spazio per organizzare treni e sprint. 

L'altimetria della seconda tappa:

La corsa si accende nella terza tappa. Da Anvers a Huy, con l'arrivo sul terribile Muro. Si ripercorre il finale classico della Freccia Vallone, uno strappo di 1,3 km al 9,6%, con punte che avvicinano il 20%. Lo sbalzo, importante, favorisce scattisti alla Valverde, mentre penalizza sulla carta scalatori puri come Quintana. Qui, anche i grandi possono accendere la corsa. Prima del Muro di Huy, altri tre Gpm di 4° categoria: Cote de Bohissau, al km 109, Cote d'Ereffe, al km 143, Cote de Cherave, al km 150. Una rapida discesa accompagna verso la rampa finale, al punto di non ritorno. 

L'altimetria della terza tappa:

Allarme rosso, da Seraing a Cambrai. Gli ultimi 50 km della quarta tappa possono rovesciare ogni pronostico, perché il pavé, decisivo nell'edizione dello scorso anno, fa capolino, nuovamente, al Tour. Il gruppo, nella provincia di Namur, incontra la prima difficoltà di giornata, l'ascesa verso la Cote de la Citadelle de Namur, Gpm di 4° categoria, e assaggia, poco dopo, il primo tratto in pavé, al km 103. Uno "spezzone" relativamente facile, con lo sprint intermedio a Havay, accompagna al finale infuocato. Sono 6 tratti in pavé in rapida sequenza, l'ultimo posto a circa 13 km dal traguardo. Nibali è, su queste strade, il più forte, perché si esalta nelle difficoltà. Sul pavé, lo scorso anno, la caduta di Froome e la crisi di Contador. Il Tour è a un punto di svolta. 

L'altimetria della quarta tappa:

Archiviato il pavé, il Tour intraprende una due giorni di difficile lettura. 189,5 km separano Arras da Amiens, non sono presenti, nel percorso, Gpm, ma la strada è caratterizzata da ripetuti saliscendi che favoriscono tentativi da lontano.  Mantenere le redini della corsa richiede grande dispendio, soprattutto dopo le fatiche del giorno precedente. Il traguardo volante è posto a Rancourt, al km 89,5.  

L'altimetria della quinta tappa:

La situazione non migliora nella sesta uscita. Tre Gpm di quarta categoria: i primi due, in sequenza, si trovano nei primi chilometri di corsa, la Cote de Dieppe e la Cote de Pourville sur Mer, l'ultimo al km 162, la Cote du Tilleul, qualche km dopo il traguardo volante di Saint Leonard. L'arrivo è in leggera salita, dopo la discesa di Sainte Adresse. Vento e strada all'insù, volata complicata. 

L'altimetria della sesta tappa:

La settimana si chiude con una tappa di relativa tranquillità. 190,5 km da Livarot a Fougères, un Gpm in avvio, la Cote de Canapville, uno sprint intermedio al km 65,5, ad Argentan, un finale "cucito" ad arte per le ruote veloci. Gli ultimi 20 km, dopo Saint Ellier Du Maine, sono con pendenza favorevole, c'è quindi spazio per rientrare su possibili fuoriusciti di giornata. Occasione ghiotta per gli sprinter presenti in gruppo. 

L'altimetria della settima tappa: