Il Tour chiude i battenti. L'Alpe d'Huez incorona Chris Froome, ne certifica le difficoltà, ne esalta la grandezza. Nairo Quintana esce allo scoperto, attacca più volte, scardinando le difese dell'uomo in giallo, ma il treno in nero conduce Froome a un passo dalla vetta, lì il britannico scatena sulla strada tutte le residue energie. Quintana si avvicina e cresce il rammarico, per aver atteso invano un aiuto della sorte.

Il gruppo si trasferisce a Sèvres, luogo di partenza dell'ultima uscita. 109,5 km, contraddistinti dal circuito tipico dei Campi Elisi. 10 giri da percorrere, prima dell'attesa volata. Numerose le ruote veloci presenti in gruppo, diversi campioni in cerca di rivincita. Greipel è il re della velocità, ma alle sue spalle non mancano carte di livello. L'eterno piazzato Sagan, il colosso Degenkolb, il norvegese Kristoff, tante frecce pronte a schizzare fuori nei metri finali.

Un solo Gpm nella tappa n.21. La Cote de l'Observatoire misura poco più di 2 km e ha pendenze risibili. Lo strappo, posto nei chilometri iniziali, può fungere da naturale trampolino per la fuga di giornata. Difficile però che le squadre degli sprinter lascino sulla strada una ghiotta occasione per incamerare un prestigioso successo.

Il traguardo volante è posto al km 55, con il gruppo già all'interno del circuito.