Puerto Banus, località nella zona di Marbella, Costa del Sol, la Vuelta parte da qui, per concludersi, dopo tre estenuanti settimane di lotta, a Madrid. Alberto Contador, il vincitore della scorsa edizione, lascia lo scettro vacante e osserva da fuori l'infuriare della battaglia. Fatica e sudore, lungo le strade di Spagna, nell'ultimo Giro del 2015. Come da consuetudine, la Vuelta parte in sordina, senza quell'attesa spasmodica che percorre Italia e Francia alla vigilia di Giro e Tour. La riverenza che si tributa alle prime due "manifestazioni", non si concede alla terza. Eppure la Vuelta tende ogni anno ad offrire uno spettacolo superiore, figlio di un percorso con pochi eguali nel panorama mondiale. Le strade di Spagna consentono di costruire un infinito "serpente" d'asfalto, ricco di insidie e sorprese. Mancano le zone morte, da subito si può vincere o perdere l'intera posta. Analizziamo ora, nel dettaglio, cosa offre la prima settimana.

Sabato 22 agosto, il gruppo taglia il nastro di partenza a Puerto Banus. Non una tappa come le altre, si tratta di una cronosquadre, utile ad assegnare la prima maglia di leader. Chilometraggio ridotto - 7,4 km - percorso completamente pianeggiante, quindi adatto a lunghi rapporti. Arrivo a Marbella.

Primi scossoni nella seconda uscita. Due Gpm, posti entrambi nella parte conclusiva del tracciato, chiamati a dirimere la lotta per il successo di tappa e a stanare per la prima volta i grandi della generale. Si parte da Alhaurin de la Torre, ma la gara si accende 140 km dopo, lungo le rampe dell'Alto de Carratraca. In vetta, mancano 17 km al traguardo. Uno strappo di 3 km, l'Alto de La Mesa, conduce a Caminito del Rey, sede dell'arrivo di tappa.

A Malaga, 3° tappa, prima opportunità per le ruote veloci. Le difficoltà di giornata si trovano nella prima parte, con due Gpm di 3° categoria, l'Alto Sierra Almogia e l'Alto de Colmenar, ad alterare il tracciato. I 44 km conclusivi, in piano, favoriscono il ritorno del gruppo.

Insidiosa la 4° uscita. Difficile che i velocisti di razza giungano davanti a Vejer de la Frontera. Il finale presenta infatti due strappi, in rapida sequenza, adatti a corridori come Sagan e Matthews, in grado di difendersi di fronte a pendenze non impossibili. Scenario simile anche il giorno seguente, ma l'arrivo ad Alcalà de Guadaira porta in dote un falsopiano meno impegnativo e quindi apre la porta anche a sprinter puri.

Fuochi d'artificio a Sierra de Cazorla. Dopo tre tappe di relativo riposo, spazio nuovamente ai grandi. Il percorso è mosso fin dalle battute iniziali, anche se il primo Gpm è al km 148, l'Alto de Baeza. A Torreperogil, la strada sorride al gruppo, una lunga discesa accompagna all'ultima fatica. L'Alto de Cazorla è il giudice di tappa, si sale per oltre 20 km, non c'è spazio per il bluff.   

Bollino rosso sulla tappa n.7. La Vuelta entra nel vivo, perché l'Alto de Capileira rischia di essere il primo spartiacque anche tra i favoriti alla vittoria finale. Il traguardo è a circa 1500 metri, dopo 18 km di scalata. Il Gpm, di prima categoria, giunge al termine di una fatica lunga 188,3 km, con il Puerto de los Blancares al km 87.

L'ottavo giorno di corsa trova il suo epilogo a Murcia. L'Alto de la Cresta del Gallo, da ripetere due volte nel finale, anima una tappa tranquilla nella prima fase. Il finale è pianeggiante, la discesa termina a 13 km dall'arrivo, attenzione quindi a possibili colpi di coda.

La settimana si chiude con un altro traguardo in quota. Il finale è durissimo, si sale per due volte l'Alto Cumbre del Sol. L'ascesa non è lunghissima, ma i 3 km conclusivi presentano punte importanti.

1° tappa - Puerto Banus - Marbella

2° tappa - Alhaurin de la Torre - Caminito del Rey

3° tappa - Mijas - Malaga

4° tappa - Estepona - Vejer de la Frontera

5° tappa - Rota - Alcalà de Guadaira

6° tappa - Cordoba - Sierra de Cazorla

7° tappa - Jòdar - La Alpujarra

8° tappa - Puebla de Don Fadrique - Murcia

9° tappa - Torrevieja - Cumbre del Sol