Vincitore della Grand Boucle in due edizione, 2007 e 2009 (ma il bottino sarebbe stato più ampio se non gli fosse stato revocato il titolo del 2010, affaire clenbutorolo, con conseguente squalifica e vittoria a tavolino di Andy Schleck), Alberto Contador ha negli ultimi anni perso quel feeling con il Tour de France che lo aveva proiettato a inizio carriera sul grande palcoscenico del ciclismo internazionale.

Le recenti apparizioni nella corsa a tappe più prestigiosa del mondo sono state infatti ricche di delusioni per il Pistolero, oggi trentatreenne e da molti riconosciuto come l'unico corridore in grado di emozionare gli appassionati con attacchi improvvisi e da lontano. Male nel 2011, l'edizione della Grand Boucle vinta dal canguro Cadel Evans (quinto, piazzamento poi revocato a causa della stessa vicenda di doping che l'aveva coinvolto l'anno precedente), tornato a gareggiare in Francia nel 2013, l'uomo di Pinto non ha mai più fatto meglio del quarto posto di tre anni fa, non riuscendo dunque più a salire su uno dei gradini del podio di Parigi. Altre circostanze hanno influito sul redimento di Contador al Tour, come le cadute (che lo hanno costretto al ritiro nel 2014) e la partecipazione al Giro d'Italia nel 2015, con conseguenti fatiche supplementari difficili da smaltire. Ecco perchè questa stagione è stata preparata con cura dal capitano del Team Tinkoff, concentrato sul vero obiettivo dell'annata, ovverosia tornare competitivo ad altissimi livelli anche alla Grand Boucle, unico appuntamento segnato in rosso sul suo personalissimo calendario, nonostante la suggestione del percorso olimpico di Rio de Janeiro. Niente Giro (e con ogni probabilità niente Vuelta) per il Pistolero, che si è avvicinato alla partenza di Mont Saint-Michel disputando tutta una serie di brevi ma intense corse a tappe. Dalla Volta ao Algarve al Giro di Catalogna, dal Giro dei Paesi Baschi (vinto) alla Parigi-Nizza, finendo ovviamente con il Giro del Delfinato, ultima tappa di un lungo rodaggio che dovrebbe portarlo al top della condizione proprio nel caldo luglio transalpino.

Parte tra i grandi favoriti Alberto Contador, nonostante negli ultimi anni si sia fatto scalzare dal podio persino da connazionali meno quotati come Joaquim Rodriguez e Alejandro Valverde. Impossibile infatti non considerarlo tra i primi tre dell'imminente Tour de France 2016, insieme al britannico Chris Froome e al colombiano Nairo Quintana. Palmarès e classe parlano da soli, anche se qualcuno tra gli addetti ai lavori è convinto che alcune vette di rendimento raggiunte dal miglior Contador siano consultabili solo alla voce archivi. Anche per questo motivo l'edizione numero 103 della Grand Boucle è un'occasione unica, forse l'ultima, di rivincita per l'uomo di Pinto, desideroso come mai prima di attaccare e staccare Froome in salita per prendersi la terza maglia gialla della carriera (sarebbe l'ottavo trionfo, considerando anche i tre successi alla Vuelta e i due al Giro). Al Criterium del Delfinato Contador è andato a corrente alternata: dominatore del cronoprologo in salita di Les Gets, non ha resistito poi alla tentazione di provare a tenere il passo dello scatenato Froome nelle tappe successive, uscendone ammaccato e distanziato in classifica, salvo provare una difficile rimonta rivelatasi infine impossibile da attuare. Il capitano della Tinkoff non dispone di uno squadrone come il Team Sky, dream team che pilota il rivale di origine kenyana fino agli ultimi chilometri delle salite per poi consentirgli di accelerare il ritmo a piacimento. Ed è proprio nell'ingranaggio ben oliato degli avversari che Contador dovrà riuscire a infilarsi, in modo tale da far saltare il banco grazie alla sua imprevedibilità. Limitati i chilometri a cronometro (una cinquantina in totale), specialità ormai da considerarsi alterna per lo spagnolo, ecco che il destino del suo Tour si compirà in salita, dove tornare a volare per ritrovarsi in un tuffo nel passato.