E' finalmente arrivato il momento che tanti appassionati aspettavano: Adriano Malori torna a correre. Il cronoman italiano si è presentato in conferenza stampa a Salsomaggiore Terme per ufficializzare il suo rientro alle corse che avverrà nelle classiche canadesi: Gp del Quebec e Gp Montreal. La seconda vita del 27enne italiano ripartirà quindi dal continente americano il 9 settembre con il Gp Quebec, ma il suo racconto parte dal terribile incidente che lo ha visto coinvolto il 22 gennaio scorso sulle strade argentine del Tour de San Luis.

"Era il 22 gennaio, stavo benissimo. Parlo con Nibali per attaccare nel finale. Di colpo iniziano dei fotogrammi, poco nitidi che sono andati schiarendosi 15 giorni dopo", ha dichiarato Malori, anche se la vera diagnosi è arrivata solo dopo il trasferimento a Pamplona, in Spagna. "Un medico – prosegue Adriano - mi ha detto che il cervello si era disconnesso dalla parte destra del corso. Con un po’ di fortuna e riabilitazione tornerai una persona normale. Un altro mi ha detto ‘ritieniti fortunato se tornerai in bici a comprare il pane’". A quel punto il morale di Malori era sottoterra ma il calvario della riabilitazione lo attendeva. "Ho condiviso il mio cammino con gente che stava molto male, ma invidiavo quelli con il bastone perché io ero in sedia a rotelle". Il miglioramento decisivo è arrivato però in primavera: "a metà aprile mi sono reso conto sui rulli che, anche se non ero bello da vedere perché ero storto, che stavo andando bene. Il 28 di aprile abbiamo quindi fatto una prova nel magazzino della squadra con fisioterapisti, neurologo e staff e lì ho iniziato a sperare di tornare a correre". A giugno però i miglioramenti erano terminati, "dopo un’ora e mezza in bici la mano destra diventava dura" e quindi Malori dovette tornare a Pamplona per la seconda tranche di terapia riabilitativa che gli ha permesso di tornare ad allenarsi molto duramente ed ora, esclama orgoglioso, "a Québec e Montréal tornerò a correre. I medici hanno detto che sono un caso più unico che raro. A Pamplona mi hanno detto che le persone con una lesione come la mia, tornano a stare bene (se tornano) dopo un anno/un anno e mezzo. Io dopo sette mesi sono qui a correre".

Malori poi prova a spiegare le sue aspettative: "non so se riuscirò a tornare l'Adriano Malori di prima, ma se quello che mi manca non ce l'ho nelle gambe, ce l'ho nella testa. Adesso, anche se sono cotto dopo cinque ore di allenamento, non sento il mal di gambe perché dove non arriva il corpo arriva la testa".

Nei mesi della riabilitazione il corridore italiano confessa di non aver mai visto una gara di ciclismo: "fino a quando non mi hanno detto che sarei tornato a correre non ho più guardato corse in tv. Mi innervosiva vedere gente che faceva il mio sport". Quello che però dispiace di più al vice campione del mondo a cronometro è l'aver saltato la prova olimpica di Rio: "mi ha fatto molto male, perché si parlava di un percorso duro ma alla fine ha vinto il Cance che fisicamente è simile a me. Ho passato tre giorni arrabbiatissimo ma sono contentissimo che abbia vinto lui, ha fatto vedere chi era il più forte ed è stato un onore per me batterlo un paio di volte".

In conclusione arriva il giusto ringraziamento a chi lo ha aiutato per tutto il tempo della riabilitazione: "senza l'aiuto della Movistar non sarei qui, mi sono stati molto vicini e mi hanno dato tutto il supporto necessario devo ringraziare anche tutta la gente che in questi mesi si è informata della mia salute".