La stagione 2016 è appena andata agli archivi, e lo stakanovista Alejandro Valverde è già pronto a programmare il suo 2017. Il trentacinquenne corridore murciano, reduce da un'annata in cui ha disputato e concluso tutti e tre i grandi Giri, ha dimostrato di poter essere ancora uno dei due capitani della Movistar (l'altro è il colombiano Nairo Quintana), team con cui ha recentemente rinnovato fino al 2020. Il poker alla Freccia Vallone ha rappresentato il successo più importante della sua stagione, che Valverde definisce "accettabile", in un'intervista concessa al quotidiano spagnolo AS.

"E' stata una stagione molto lunga - le parole del murciano - e alla fine ho conseguito parte degli obiettivi che mi ero prefissato. Inoltre ho anche aiutato i miei compagni di squadra a raggiungere ottimi risultati. Correre i tre grandi giri è stato abbastanza duro, credo che non lo farò mai più. Voglio tornare al mio tipico calendario, quello delle stagioni passate, e puntare soprattutto sulle classiche di primavera, che sono sempre state importanti per me. Non ho ancora stilato un programma definitivo, ma con la squadra abbiamo posto le prime basi, che confermeremo tra qualche settimana. In genere il team ci chiede quali sono le corse cui vorremmo partecipare e poi ovviamente c'è una selezione: ovvio che tutti vorrebbero correre il Tour, ma possono andarci solo in nove. Poi è chiaro che ci sono corridori più importanti di altri, che hanno delle agevolazioni in merito alla programmazione. Posso preannunciare che non correrò il Giro d'Italia per dedicarmi alle classiche: mi piacerebbe fare bene all'Amstel Gold Race e al Giro di Lombardia, corse di un giorno che non ho mai vinto, e ho sempre in testa il Tour de France, che vorrei correre ancora prima di ritirarmi. Le classiche del pavè? Ci sono corridori più adatti a me, dei veri e propri specialisti, è giusto lasciare loro la ribalta che meritano. Però nella vita non si sa mai. Prima di chiudere la mia carriera vorrei correre il Giro delle Fiandre, è una cosa che ho in testa da un po'. Il segreto della mia longevità? Francamente non lo so, per ora mi sento in forma e - ciò che più conta - mi diverto ancora ad andare in bicicletta. E' importante sentirsi bene con se stessi e riuscire a gestire i diversi stati di forma che ci sono in una stagione".

Parole al miele per il suo team, la Movistar: "E' come una seconda famiglia per me, in Navarra mi trovo bene come se fossi a casa mia, mi alleno bene e con voglia di vincere. La squadra della prossima stagione mi sembra ben amalgamata: alcuni corridori se ne sono andati, altri sono arrivati. I nuovi hanno grande entusiasmo, soprattutto i più giovani, io cercherò di aiutarli il più possibile. Alla Movistar non c'è un solo leader, io e Nairo condividiamo delle responsabilità, siamo entrambi dei capitani. Nairo può vincere il Tour, mentre in molte altre corse la situazione è diversa. Contador e Purito Rodriguez? Alberto ha annunciato un po' troppo presto il suo ritiro, poi ha capito che poteva proseguire e ha deciso di andare avanti. Purito ha avuto un'opportunità dell'ultima ora e credo che voglia approfittarne. Continueremo a darci battaglia. Quest'anno il calendario è stato ancora più fitto, con gli Europei, e soprattutto con i Giochi Olimpici di Rio de Janeiro. Ma per me è un bene che ci siano sempre più corse e che questo sport possa espandersi ancora, che è esattamente ciò che credo che sta succedendo. L'anno prossimo potrei tornare protagonista con la maglia della nazionale, il Mondiale di Bergen sembra abbastanza duro, di certo molto di più dell'ultimo disputatosi in Qatar".