A 36 anni, Sir Bradley Wiggins ha detto basta. Il campione britannico ha infatti annunciato oggi il suo ritiro con un post sulla pagina Facebook della propria squadra (Team Wiggins), con tanto di foto con tutti i suoi trofei e le maglie più importanti indossate durante la sua carriera. Una carriera lunghissima, iniziata come pistard e che ha avuto il suo apice nella vittoria del Tour de France 2012 e nell'oro olimpico di Londra a cronometro (stesso anno). 

"Sono stato fortunato abbastanza da vivere un sogno e da realizzare i miei sogni di bambino, costruendomi una carriera e una vita nel ciclismo che desideravo da quando avevo dodici anni. Ho incontrato i miei idoli e ho corso insieme e contro ai migliori corridori al mondo per vent'anni. Ho lavorato con i migliori allenatori al mondo: a loro e ai miei manager andrà sempre la mia gratitudine per il supporto ricevuto. Ciò che rimarrà per sempre con me è l'amore del pubblico, risultato di una vita corsa su una bicicletta. Il 2012 è stato l'anno che più di tutti mi ha esaltato. Il ciclismo mi ha dato tutto, ma non avrei potuto fare quanto ho fatto senza il supporto della mia meravigliosa moglie Cathe e dei nostri figli. Il 2016 rappresenta la linea d'arrivo di questo capitolo, mi avevano detto che un ragazzo da Kilburn non poteva vincere una medaglia d'oro alle Olimpiadi e la classifica generale al Tour de France. Invece ce l'ho fatta". Si chiude dunque una carriera piena di successi, il principale dei quali è stato quello di Parigi nel 2012, quando Wiggo (questo il suo soprannome) dominò la Grand Boucle insieme al più giovane compagno di squadra al Team Sky Chris Froome (terzo fu Vincenzo Nibali). Poche settimane dopo, Wiggins prese parte alla cerimonia di inaugurazione delle Olimpiadi di Londra, evento in cui si aggiudicò la medaglia d'oro a cronometro, specialità di cui era già stato campione del mondo nel 2014. 

Tra le altre corse vinte da questo irriverente britannico, spiccano la Parigi-Nizza, il Giro del Delfinato e quello di California. Ha indossato maglia rosa, gialla e rossa per almeno un giorno in carriera, detiene ancora il record dell'ora, stabilito il 7 giugno 2015 a Londra, in 54.526 km. Diverse le medaglie olimpiche ottenute su pista (quattro ori, a cui si aggiungono sei titoli mondiali), disciplina che lo ha visto protagonista recentemnte anche alla Sei Giorni di Gand. Avrebbe voluto aggiudicarsi la Parigi-Roubaix, l'Inferno del Nord cui ha dedicato una stagione di allenamenti, ma che lo ha respinto come accaduto con tanti altri grandissimi. La sua metamorfosi, da fenomenale cronoman a uomo in grado di reggere anche sulle grandi salite del Tour de France, ha generato negli anni dubbi e sospetti tra appassionati e addetti ai lavori, che si sono moltiplicati proprio negli ultimi mesi, quando il database della WADA (agenzia mondiale per la lotta al doping) è stato colpito dagli hackers russi del gruppo Fancy Bears, che hanno così rivelato come Wiggins avesse ottenuto delle esenzioni terapeutiche, utilizzate per assumere sostanze proibite.