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Ciclismo, Wiggins: addio di un Baronetto d'altri tempi

Bradley Wiggins lascia il mondo delle due ruote dopo una carriera strepitosa sia a livello di risultati che di polivalenza.

Ciclismo, Wiggins: addio di un Baronetto d'altri tempi
Ciclismo, l'addio di un Baronetto d'altri tempi | Twitter
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Di Andrea Mauri

Una carriera come quella di Sir Bradley Wiggins la sognano in molti, ma in pochissimi sono capaci di realizzarla. Per polivalenza e risultati ottenuti, il Baronetto inglese si è conquistato a mani basse l'entrata nel gotha mondiale del ciclismo, a fianco di mostri sacri come Eddy Merckx, Charlie Gaul, Marco Pantani, Fausto Coppi, Gino Bartali, Miguel Indurain, Bernard Hinault, Jacques Anquetil e Roger De Vlaeminck. Dai successi su pista, alla vittoria del Tour de France, alla caccia sul pavè, ripercorriamo la carriera di un magnifico atleta.

Wiggo inizia a correre su pista a dodici anni all'Herne Hill Velodrome, lì dove si sono disputate le gare della prima Olimpiade post seconda guerra mondiale, un evidente segno del destino. Bradley, infatti, si è fatto conoscere al mondo nelle Olimpiadi di Sidney 2000 con la conquista della medaglia di bronzo nell'inseguimento a squadre.

I successi su pista

Il 2001 è l'anno di debutto su strada con la Linda McCartney Racing Team. Wiggo, però, non abbandona la pista per dedicarsi alla strada e infatti, nel 2003, arriva la prima maglia iridata nell'inseguimento individuale. Sempre con le Olimpiadi nel destino, Sir Bradley dà seguito al titolo mondiale vincendo l'oro olimpico ad Atene 2004 nell'inseguimento individuale, a cui aggiunge l'argento nell'inseguimento a squadre e il bronzo nell'americana. Queste tre medaglie lo proiettano nella storia del ciclismo britannico, diventando l'unico capace di vincere tre medaglie in una sola edizione delle Olimpiadi. Primato che gli vale la prima onoreficenza: il titolo di Ufficiale dell'Ordine dell'Impero Britannico.

Su strada, intanto, Sir Bradley partecipa senza successo al Giro d'Italia e al Tour de France, ma sono tutte prove per gli anni a venire. La sua carriera su pista continua ad essere brillante con i Mondiali 2007, dove vince due ori: uno nell'inseguimento individuale e uno in quello a squadre. La collezione di titoli continua con i Mondiali di Manchester dove conquista altre tre maglie iridate e con le Olimpiadi di Pechino 2008. Nella manifestazione cinese Sir Bradley dà il meglio di sè, difendendo con successo il titolo dell'inseguimento individuale e stravincendo quello dell'inseguimento a squadre con due record del mondo in tasca. Proprio dopo Pechino 2008, Wiggo inizia a farsi conoscere anche come personaggio al di fuori del mondo ciclistico. Sui due ori conquistati in questa edizione delle Olimpiadi, Bradley disse una delle sue frasi più note: "Ho le due medaglie vinte a Pechino in un calzino nella mia stanza. Sono strane. Sarebbe bello lasciarle ai miei bambini quando me ne andrò, ma realmente non so proprio che farmene".

La strada ingrana

Il 2009 è l'anno dell'esplosione su strada per Wiggins. Il Baronetto approda alla Garmin-Slippartecipando nello stesso anno a Giro e Tour. La Corsa Rosa non è un successo, ma al Tour Wiggo dà il meglio di sè. Arriva al via di Monaco con sei chili in meno riuscendo, grazie a quella perdita di peso, a restare con i migliori sulle grandi montagne della Grand Boucle e ottenendo grazie alle prestazioni contro il tempo un ottimo quarto posto, eguagliando il record di Robert Millar. La medaglia di legno nella corsa più importante al mondo suscita nella stampa britannica i primi moti di orgoglio e iniziano ad arrivare le domande sulle possibilità di vittoria della Grand Boucle da parte di Wiggo. Il Sir, in questo caso non troppo signorile, risponde a tono: "Vincere il Tour? E' come vincere la Champions League e per vincerla devi andare al Manchester United e ora, probabilmente, io sono al Wigan. Devo fare quello step per farlo".

Detto, fatto. Nel 2010 arriva l'approdo al Team Sky e con la squadra britannica, Wiggo, esplode definitivamente. Con la casacca della Sky debutta al Giro dove vince una tappa e indossa la maglia rosa, ma l'anno migliore è il 2012. Dopo il ritiro dell'anno precedente, Wiggins si presenta al via del Tour de France con i gradi di favorito. Il percorso è certamente uno dei più semplici degli ultimi anni, ma il Baronetto lo domina dall'inizio alla fine, anche grazie all'apporto di Chris Froome a cui l'anno dopo verrà dato via libera, vincendo le due cronometro presenti in gara. Il successo al Tour de France, primo britannico ad ottenerlo, lo consacra in patria, ma anche nel mondo come uno dei ciclisti più polivalenti della storia. Subito dopo il Tour c'è l'appuntamento delle Olimpiadi di Londra. Nell'edizione di casa, Wiggo non partecipa agli appuntamenti su pista, concentrandosi sulla prova a cronometro che conquista davanti a Tony Martin e al connazionale Chris Froome.

Il personaggio Wiggo

Dopo la vittoria al Tour esplode definitivamente il personaggio Wiggins. La stampa britannica celebra il suo essere mod, ovvero la sua attitudine rock che lo rende un personaggio unico nello sport britannico. I capelli squadrati, i basettoni, gli occhiali RayBan e la passione per gli Who e gli Oasis lo rendono il mod più vincente nella storia dello sport. Il suo modo di rapportarsi con la stampa, dichiarando con una sincerità spiazzante quello che pensa, lo rendono un personaggio assolutamente fuori dal coro. Celebre è la risposta alla moglie dopo che quest'ultima si congratulò per gli auguri ricevuti dalla Regina Elisabetta. "Fuck the Queen - disse Sir Bradley -, ho ricevuto i complimenti da Robbie Fowler (controverso ex attaccante del Liverpool) e da Johnny Marr (una delle due metà degli Smiths)". Famosa anche la sua risposta ad un giornalista che accusava la Sky di doparsi come la Us Postal di Lance Armstrong. "Sono solo dei segaioli. Dicono questo perchè nemmeno possono immaginarsi fare una cosa del genere talmente sono smidollati - tuonò Wiggo -. E' facile nascondersi dietro account Twitter e scrivere stronzate piuttosto che muoversi, applicarsi e lavorare sodo per ottenere qualcosa. In definitiva sono dei coglioni", concluse il non troppo Baronetto.

La caccia sul pavè

Il suo essere particolare lo ha dimostrato anche nella scelta dell'ultima corsa con il Team Sky e su strada: la Parigi-Roubaix. "Potevo scegliere altre mille corse, più semplici e più banali, ma io voglio chiudere in grande stile, sulle pietre di una corsa che è leggenda", dichiarò Wiggo quando annunciò il suo primo addio alle corse su strada. L'anno prima il campione inglese corse la sua settima Roubaix, la prima con ambizioni finali e dopo una preparazione mirata arrivò nono, correndo tutto sommato una grande corsa.

Non fu così fortunato nel repeat dell'anno successivo quando una caduta a centro gruppo escluse dalla lotta per la vittoria sia lui che l'altro personaggio e fenomeno della bici, Peter Sagan.

Wiggins e il pavè della Roubaix | Photo: Twitter Team Sky
Wiggins e il pavè della Roubaix | Photo: Twitter Team Sky

L'addio definitivo

Dopo i saluti alla Sky, Wiggo continua a correre in strada con la maglia della sua fondazione senza però partecipare a corse World Tour. Il vero obiettivo del Sir sono le Olimpiadi di Rio, come peraltro annunciato dopo l'oro di Londra.

"Il numero importante è quattro, ma ora devo continuare e ottenere il cinque a Rio!"

Per prepararsi all'evento brasiliano, Bradley partecipa ad alcune gare su strada come il Dubai Tour, il Tour of California e il Tour of Britain dove il Baronetto si è reso protagonista di una scena esilarante su un tratto di salita. La corsa si è svolta a Settembre, due mesi dopo la corsa di Froome sul Ventoux e il vincitore del Tour 2012, approfittando di un piccolo tratto in salita, decide di imitarlo tra gli incitamenti e le risa del pubblico assiepato sulla salita in una giornata nebbiosa ed uggiosa.

A Rio approda con la squadra britannica assieme ai componenti del quartetto con cui vincerà lo storico quinto oro olimpico nell'inseguimento a squadre, stabilendo, tra l'altro, l'ennesimo record del mondo della sua carriera. In tutto questo, non c'è da dimenticarsi che Wiggo è anche l'attuale detentore del record dell'ora, stabilito in 54,526 chilometri il 7 Giugno 2015 al Lee Valley VeloPark.

E' evidente quindi che il ritiro di Bradley Wiggins non possa passare sotto traccia perchè a lasciare è uno dei più grandi ciclisti, ma anche atleti, dell'età contemporanea. Uno con il carisma ed il talento del Baronetto difficilmente apparirà nuovamente sulla scena dello sport britannico, lasciando un vuoto non da poco nei cuori degli appassionati.