Non il tradizionale avvio di una corsa a tappe. La Volta a Catalunya si conferma prova di alto profilo e offre spettacolo fin dai primi chilometri. Nessun passaggio interlocutorio, la strada si presenta impervia e costringe i protagonisti al massimo sforzo. Calella - Calella, 178.9 i chilometri da percorrere, 6 Gpm da affrontare. Prime pedalate e un rimbalzo accoglie il gruppo, preambolo all'ascesa di terza categoria che caratterizza i primi 30-40km di corsa. Un trampolino perfetto per gli attaccanti di giornata. 

La corsa vive la sua fase più intensa tra il km70 e il km 130. Quattro salite, in sequenza, in grado di mutare il regolare andamento di gara. Le ultime due, inoltre, sono di prima categoria, con il Coll Formic che conduce i partecipanti oltre i 1100 metri. Decisiva, qui, l'interpretazione della scalata, un forte ritmo può spezzare i propositi di molti, perché nei punti più ostici si tocca il 12% di pendenza. 8.4 i chilometri all'insù. Dopo il passaggio in vetta, mancano al traguardo circa 50km, c'è tempo quindi per riorganizzare le forze ed eventualmente ricucire il gruppo. 

La volata d'insieme non è però scontata, perché, al termine della lunga discesa, resta da scavalcare l'Alt de Collsacreu. Si tratta di un colle di terza categoria - data la relativa lunghezza, 2.4km - ma, dopo una tappa a tutta, può far male. Chi guadagna lungo queste rampe, può proiettarsi all'arrivo. Dallo scollinamento allo striscione finale mancano 18km, perlopiù con pendenza favorevole. Attenzione quindi a possibili sortite. 

I velocisti di riferimento sono Greipel e Bouhanni, ma questa conformazione stuzzica anche corridori come Alaphilippe e Valverde, forti in salita come allo sprint. Epilogo incerto. 

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Johnathan Scaffardi
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