La caduta di Chris Froome, l'azione di De Marchi e Cataldo, la conferma di Valverde. La sesta tappa della Volta a Catalunya offre diversi spunti di riflessione. Il Team Sky incappa in una giornata negativa, paga dazio di fronte al primo interrogativo di giornata e abbandona propositi di gloria. Froome si stacca in salita e non ha forze e compagni per cancellare il momento di appannamento. De Marchi e Cataldo colorano invece il finale. Spunto di coppia in discesa, la speranza si tramuta in incubo a un battito dalla linea d'arrivo. Il gruppo piomba sui due, Impey e Valverde si giocano la tappa, con il sudafricano al successo e lo spagnolo sempre più leader della corsa. 

La sesta uscita, da Tortosa a Reus, vive il suo punto di volta nelle fasi iniziali. Il gruppo approccia a tutta la corsa e i primi chilometri offrono un trampolino perfetto non già per eventuali attaccanti, ma per le prime ruote del gruppo. La Quick-Step prende ad alta andatura l'Alt de Bot - ascesa di terza categoria - e a farne le spese è Chris Froome. Il britannico, secondo nella generale, perde, con altri pezzi da novanta, le ruote di Valverde e Contador, incassa una quarantina di secondi prima dello scollinamento. Il plotone si frantuma in tre parti, anche S.Sanchez precipita. 

Inizia così, per il Team Sky, una lunga rincorsa. Froome perde Landa - ritiro - e prova a ricucire, ma davanti tirano più squadre, l'impresa è così impossibile. Il ritardo si attesta a lungo intorno al minuto, ma Lotto NL Jumbo, Quick-Step, Trek e Orica chiudono la porta al signore del Tour. Al km92, Froome transita a 2 minuti, in dieci chilometri, poi, incassa altri 60 secondi. Il britannico alza così bandiera bianca, procede con passo tranquillo e di fatto saluta ogni possibilità di conquistare la corsa. 

Sull'Alt de Falset, passa per primo Howson, secondo è Erviti, gregario di Valverde. Sulla successiva salita, Coll de Porrera, è invece un pimpante Formolo a condurre il gruppo. Il momento decisivo qualche chilometro dopo. Alt de la Musara, 1° categoria. Contador, a 42km dal termine, spezza l'inerzia, si alza sui pedali e parte. Gesink non riesce a rispondere, tocca così alla Movistar assumere il comando. Valverde lancia i suoi uomini, Contador deve desistere, anche perché le pendenze non sono proibitive e la scalata  pedalabile. Gruppo compatto, quindi, con Ruben Fernandez a scandire il passo. Si vede anche l'ottimo Soler. 

A 35km dal termine termina la difficoltà, un rapido falsopiano introduce la lunga discesa. L'azione più interessante porta firma italiana. Cataldo e De Marchi accendono il finale, mentre la Movistar osserva e concede il benestare. 7 secondi per i due di testa, dietro lo splendido lavoro di Verona. Braccio di ferro prolungato, vento contrario ed evidente fatica. Straordinari passisti, Cataldo e De Marchi, costruiscono un tesoretto di 15 secondi. Non basta, il finale è amaro. Il lavoro dell'Orica è straordinario, la coppia di testa si impasta, Valverde esce a destra, Impey a sinistra, è del sudafricano il colpo di pedale vincente. 

L'ordine d'arrivo

Il percorso 

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Johnathan Scaffardi
Lo sport come ragione di vita, il giornalismo sportivo come sogno, leggere libri e scrivere i piaceri che mi concedo