Il prossimo martedì Alejandro Valverde spegnerà 37 candeline e magari prima di allora riuscirà ad arricchire ulteriormente il proprio palmarès, dal momento che domenica tenterà l'assalto alla Liegi-Bastogne-Liegi, già centrata quattro volte in carriera e già abbinata in tre occasioni al successo nella Freccia Vallone che ieri ha portato a casa per la quinta volta.

Il ritratto dello spagnolo che ormai da 15 anni domina sulla scena ciclistica internazionale è questo, un corridore mai pago, in grado di vincere ed essere competitivo per tutto l'anno e quasi su ogni percorso. Oltre al suo già citato rendimento sulle Ardenne, nella prima parte di stagione El Embatido (uno dei soprannomi più calzanti nelle due ruote moderne) ha "saccheggiato", come di consueto, le tante corse in Spagna, vincendo tappa e classifica generale nei giri di Catalogna, Andalucia e Paesi Baschi e imponendosi nella "sua" Vuelta a Murcia. La costanza nelle vittorie è confermata dalla presenza fissa in top 5 nella classifica di rendimento annuale dell'Uci dal 2007, fatta eccezione per il 2010 e il 2011, le stagioni della squalifica.

Mostruoso anche il suo score nei Grandi Giri. In diciotto partecipazioni portate a termine tra Giro, Tour e Vuelta, Valverde ha raccolto sedici piazzamenti in top 10, con almeno un podio in tutte e tre le corse e facendo sua la Vuelta del 2009; tutto ciò condito da quindici successi di tappa.

Ma qual è il segreto di questa continuità? Oltre ad un'ottima preparazione, va anche sottolineato lo stile del murciano, molto prudente e volto a sprecare meno energie possibili fino al momento giusto; da questo punto di vista non sarà spettacolare come Sagan o Contador, sempre all'attacco a volte anche in maniera controproducente, ma il cinismo e le vittorie di Valverde gli danno ragione. Non sarà un corridore esaltante per tutta la gara, ma è tremendamente concreto, come dimostra il traguardo dei 100 successi in carriera, superato quest'anno in Andalucia. Il vero segreto però sta nella fame che lo spagnolo mette in ogni singola corsa. La squalifica non lo ha demoralizzato, anzi gli ha dato ulteriori stimoli per rientrare e fare bene, forse anche per cancellare quella macchia all'interno di una carriera che già prima del 2010 era sensazionale. Una foto significativa è stata quella postata sui social dal suo team, la Movistar, dopo la Freccia Vallone, con il murciano a braccia alzate visto di spalle: un'immagine ricorrente per tanti corridori.

La stagione di Valverde però non si ferma di certo qui. Abbiamo già parlato di come domenica sarà uno dei favoriti per il successo alla Liegi, ma i veri obiettivi arriveranno in autunno quando avverrà la caccia a due prime volte. Il grande evento cerchiato in rosso sul calendario è il Giro di Lombardia, mai vinto dall'Embatido che spera di rifarsi nell'edizione di quest'anno dopo i tanti piazzamenti degli ultimi anni. Il secondo è più difficle, ma comunque alla sua portata: il mondiale di Bergen. Lo spagnolo è infatti il corridore che vanta più podi nelle prove in linea dei campionati del mondo (sei), ma non è mai riuscito a raggiungere il gradino più alto. Il percorso di quest'anno, mosso ma non eccessivamente ripido potrebbe dargli una mano a spezzare quello che resta uno degli ultimi tabù della sua straordinaria carriera.