E' l'uomo più atteso del Giro d'Italia del centenario. Nairo Quintana, il colombiano della Movistar, è il corridore di maggior fascino che la corsa rosa edizione 2017 possa proporre. Deciso a provare l'accoppiata Giro-Tour, lo scalatore sudamericano tenterà il bis del 2014, quando si aggiudicò due tappe (Val Martello e cronoscalata del Monte Grappa) dominando la classifica generale finale. 

Tre anni più tardi, Quintana torna sulle strade italiane, con un gigantesco punto interrogativo ad accompagnarlo: quale sarà la versione del colombiano che gli appassionati di ciclismo si troveranno di fronte alla partenza di Alghero? Sì, perchè è questo il dubbio sulla reale portata della partecipazione del colombiano al Giro 2017. Una presenza in preparazione del Tour de France, o uno sbarco in gran forma, per vincere sulle tante salite della corsa rosa? Tutti punti di domanda che avranno una risposta solo sulla strada, la stessa che ha raccontato di come negli ultimi anni il ventisettenne da Combita si sia affermato come lo scalatore più forte al mondo. Dopo aver faticato alla Grand Boucle 2016 (problemi di allergia ne hanno compromesso il rendimento), Quintana si è preso la rivincita su Froome e gli altri big (Contador, Valverde) alla Vuelta a Espana, forse convincendosi che sì, per un motore diesel come il suo, disputare due lunghe corse a tappe consecutive potrebbe essere un vantaggio e non un ostacolo. Di qui la scelta di venire al Giro, che quest'anno propone un percorso particolarmente duro, in linea con le caratteristiche del grimpeur colombiano. Etna e Blockhaus per iniziare la prima settimana, poi la salita del santuario di Oropa e l'arrivo di Bergamo, dopo una cronometro (Foligno-Montefalco, decima tappa) lunga (quasi 40 km), ma non per specialisti. Infine, l'ultima settimana, quella decisiva, con le Dolomiti a costituire il palcoscenico naturale per le grandi emozioni dei duelli tra scalatori e big della generale. Un tracciato duro ma equilibrato, su cui Quintana potrebbe esaltarsi, ancorchè con il dubbio legato alle sue reali condizioni di forma. 

Il cammino di avvicinamento del colombiano al Giro d'Italia numero cento è stato tanto silenzioso quanto convincente: una tappa e la vittoria finale alla Volta a la Comunitat Valenciana, una tappa e la classifica generale alla Tirreno-Adriatico, corsa in cui si è imposto grazie a un acuto sul Monte Terminillo. C'è stato poco altro nella sua preparazione verso la corsa rosa: una comparsata all'Abu Dhabi Tour nel deserto degli Emirati e poi tanto allenamento, per fare il pieno di benzina in vista del tentativo di accoppiata Giro-Tour. Il Quintana che si presenta in Sardegna è ormai un corridore compiuto, nel pieno della maturità, tra i primi tre al mondo nelle grandi corse a tappe. Non ancora definitivamente sbocciato alla Grand Boucle, si è affermato invece alla Vuelta, dopo aver esordito alla grande proprio in Italia nel 2014. Scalatore puro, il colombiano non dispone di uno scatto secco, bruciante, da grimpeur vecchia maniera, ma di diversi allunghi di potenza, che finiscono per fiaccare la resistenza degli avversari. Spesso criticato per un atteggiamento troppo attendista, Quintana sarà il punto di riferimento di tutto il gruppo sulle salite del Giro. I suoi avversari, da Nibali a Pinot, passando per i vari outsider della corsa, cercheranno di isolarlo, sperando in una condizione non ancora al 100%. Il vincitore dell'edizione 2014 può però contare su una grande squadra come la Movistar, interamente votata alla sua causa, con il connazionale Anacona e il costaricense Amador primi gregari (ancora da confermare la presenza dello spagnolo Marc Solèr). Già dall'arrivo in quota sull'Etna si saprà di più sulle condizioni del favorito numero uno alla vittoria finale, anche se il Giro si deciderà verosimilmente nell'ultima settimana di corsa.

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Andrea Russo Spena
Laureato in giurisprudenza, con una passione senza confini per lo sport. [email protected]