La cronometro inaugurale offre le prime risposte. Chris Froome è l'uomo da battere. Sotto la pioggia, sicurezza e personalità, secondi preziosi nell'economia della corsa. Nairo Quintana è solo, o quasi. La brutta caduta costringe Valverde al ritiro e spoglia il colombiano dell'arma più preziosa. Aru risponde, gli altri arrancano. Bottino pieno per il Team Sky, con la maglia gialla di Geraint Thomas. 

Con la seconda uscita, la prima in linea, il Tour si accende. Si parte da Dusseldorf per raggiungere, 203.5 chilometri dopo, Liegi. Il percorso chiama al proscenio gli innumerevoli velocisti presenti in gruppo. Sono solo due i Gpm da affrontare, peraltro posti a debita distanza. Il primo è in avvio di tappa, al chilometro 6.5. Trampolino ideale per la classica fuga, territorio per lanciare la sortita, per accarezzare la storia. 

Dopo 82 chilometri, primo e unico traguardo volante, preambolo alla seconda parte. Qui il disegno si fa nervoso, qualche alterazione, nulla di trascendentale. Al km183, ultimi fuochi d'artificio. Cote d'Olne, 1.3km, 4.7% la pendenza media. Chi ha gamba, può provare a sorprendere il gruppo, mancano circa 20 chilometri al termine. Dopo una rapida discesa, inizia la preparazione della volata.

Il finale è pianeggiante, lotta di posizione, d'astuzia. Kittel e Dèmare, per molti, sono gli uomini da battere, ma attenzione all'intelligenza di Sagan e Matthews, alla potenza di Greipel e Cavendish, alla ferocia di Bouhanni. Un passo indietro Kristoff e Degenkolb, l'Italia delle due ruote si aggrappa a Colbrelli.   

Il percorso 

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Johnathan Scaffardi
Lo sport come ragione di vita, il giornalismo sportivo come sogno, leggere libri e scrivere i piaceri che mi concedo