A trentasette anni suonati, Alejandro Valverde è l'ultimo dei superstiti della Generacion Dorada del ciclismo spagnolo. Con il ritiro di Alberto Contador, con l'addio lo scorso anno di Joaquim "Purito" Rodriguez, spetta ora all'Embatido tenere alti i colori del suo paese, nonostante l'età avanzata e la riabilitazione dall'infortunio patito allo scorso Tour de France. Già, perchè l'ultima immagine di Valverde in bicicletta è quella del cronoprologo di Dusseldorf, in cui una brutta scivolata costò al corridore murciano la rottura della rotula e la chiusura anticipata del suo 2017.

A distanza di poco più di tre mesi, Valverde torna a parlare dei suoi programmi futuri, raccontandosi in un'intervista al quotidiano spagnolo El Paìs, spiegando di sentirsi già pronto per tornare in sella, e di aver chiesto al suo direttore sportivo alla Movistar, Eusebio Unzue, di correre la Milano-Torino della scorsa settimana, ricevendone però un secco no: "La verità è che sto molto bene - dice il murciano - ormai raggiungo i settecento chilometri a settimana in allenamento e nel mio gruppo chi mi conosce da sempre mi dice che sono tornato forte quantomeno come prima. Ho già voglia di dimostrarlo in gara, sono impaziente. Ho perso massa muscolare nella gamba destra, ma la sto già recuperando. Tornerò come prima, mi sento meglio che mai, la riabilitazione è stata perfetta. Ho sofferto più di testa che per le ferite dovute all'intervento chirurgico. Quando ero giovane, finivo morto le grandi corse a tappe: non mi potevo muovere per una settimana. Ora invece recupero meglio, il ciclismo di oggi non è quello di ieri, è totalmente diverso, non si va più alle velocità di prima. C'è molta più attenzione ai dettagli, soprattutto in allenamento. E' tutto più equilibrato. E poi da ragazzo ero più insicuro, più fragile mentalmente, quasi avevo dei complessi. Sì, quando sei giovane ti senti imbattibile, e prendi il ciclismo come un hobby, non come un lavoro. Ma quando poi ti trovi davanti a mostri come Armstrong e Bettini, che vincono tutto, ti senti inferiore. Ho sofferto molto di questa insicurezza, anche se non l'ho mai manifestata all'esterno, mentre ora ho fatto quello che dovevo fare in questo mondo, ho quasi finito. E corro senza pressione, godendomi il momento, senza paura di sbagliare, rischiando azioni che in passato non avrei tentato".

"Quest'anno mi è andato tutto bene fino alla caduta al Tour - prosegue Valverde - ovviamente, quando tornerò a correre, un po' di paura di cadere di nuovo mi tornerà, sopratutto nelle giornate di pioggia, ma poi passerà". Impossibile non parlare del ritiro di Alberto Contador: "E' stato la mia ossessione, il mio avversario. Siamo due spagnoli, e vincere contro un connazionale è sempre stato più bello. Lui è sempre stato molto competitivo, la nostra è stata una grande rivalità, ma solo a livello sportivo. Abbiamo iniziato insieme, ma lui è riuscito a vincere ciò che a me è sempre mancato: il Tour. Sono sempre stato competitivo nelle grandi corse a tappe, ma non ho mai vinto il Tour. Sono salito sul podio di tutti e tre i grandi Giri, ma ho vinto solo la Vuelta". Un Tour de France che Valverde non correrà nel 2018: "Non si può mai dare niente per perso nella vita, ma con gli acquisti che ha fatto la Movistar, con Landa, con Quintana, non correrò il Tour. Credo che l'anno prossimo dovrò concentrarmi particolarmente sul Giro d'Italia, sulla Vuelta e sui Mondiali di Innsbruck, in Austria: sarà una rassegna iridata molto dura. Ho conquistato sei medaglie mondiali nella mia carriera, ma nessuna d'oro, e mi restano poche opportunità iridate. A Innsbruck il percorso sarà durissimo, se starò bene...ma prima dovrò recuperare dall'infortunio". Infine, un giudizio sulla stagione del suo compagno di squadra Nairo Quintana: "A Nairo hanno chiesto molto quest'anno. Corre sempre con tanti tifosi al seguito, e quando vede che non riesce a rendere al meglio si abbatte un po'. Ha un carattere forte, è un vincente, è un leader, è esigente. Ora bisognerà vedere se sarà ripartito mentalmente dopo questa stagione e se nel 2018 riuscirà a partire bene".

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Andrea Russo Spena
Laureato in giurisprudenza, con una passione senza confini per lo sport. [email protected]