Il sorriso di Tania si apre ancor prima del verdetto finale. L'ultimo tuffo di carriera è un connubio di grazia e perfezione. La canadese Abel, poco dopo, conferma la tendenza del passato, soffre di fronte alla pressione azzurra. Sporca l'ingresso Jennifer, è quarta. Il volto della Cagnotto non nasconde la commozione, l'abbraccio di papà Giorgio, le lacrime di gioia. 

"Oggi è proprio una giornata incredibile, non pensavo di tornare a casa con due medaglie, ero già contenta con il sincro, oggi volevo solo godermela, sapevo che era la mia ultima gara della mia carriera".

Una gara di altissimo profilo, sempre oltre i 70 punti. Il piccolo "passaggio a vuoto" della quarta tornata - comunque 69 punti - prima del punto esclamativo, un volo ad accarezzare il paradiso, prima di immergersi novella sirenetta per l'ultima volta nell'acqua. Il record personale a coronare la recita d'addio. 

"Me la sono goduta, tuffo per tuffo, ho saltato col cuore, ho saltato per me. Volevo solo fare il mio record. Il record è arrivato, ed ero felice, poi pure la medaglia, con la canadese dietro di me. Incredibile. Vale come un oro. Il pensiero al mio ultimo tuffo (doppio e mezzo carpiato rovesciato, ndr)? Ho pensato che volevo fare 80 punti. Volevo chiudere la carriera con 80 punti, farlo più bello che potevo, è stato così, è stato bellissimo".

Il ricordo di Londra è ora più dolce. Quattro anni per inseguire un sogno, per cancellare con la gomma del talento un ricordo amaro, oggi più lieve. Fatica e piacere, lavoro e gioia. 

"Londra 2012 a questo punto doveva andar così, se no non arrivavo qui. Ho accettato completamente Londra anche se mi ha fatto star tanto male, mi ha insegnato moltissimo e doveva andar così. Il bilancio della carriera? E' stato bello, mi sono impegnata, assaporare tutti i momenti perché non li vivrò più. Ho cercato di godermi ogni momento, ogni attimo di tensione"

L'importanza del papà, una figura presente, sempre al fianco di Tania, nei momenti di estati come in quelli di tormento, presente anche ieri, nel bronzo di commiato, nel saluto della più grande tuffatrice italiana di sempre. 

"La dedica? Va a mia mamma e mio papà. Soprattutto a mio papà, lui ha vissuto tutto questo, ci teneva tantissimo, forse anche più di me. Ci siamo detti subito dopo il rovesciato che andava bene così anche senza medaglia. È stato bravo a rendere tutto speciale".

Ora una vita nuova, lontano dai tuffi e dal quotidiano allenamento. La Cagnotto si ritira, senza rimpianti, con al collo un metallo pesante, il giusto riconoscimento. 

"Come mi immagino la nuova vita? Senza più ansie, senza più stress da gara, questo è quello che non mi mancherà, poi mi mancheranno tante altre cose, ma non potevo dare di più. Ho dato il 100 % in questo sport, questa vita fino a qui, non ho una briciola più da dare".

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Johnathan Scaffardi
Lo sport come ragione di vita, il giornalismo sportivo come sogno, leggere libri e scrivere i piaceri che mi concedo