Un'altra medaglia d'oro per un tiratore infallibile che però negli scorsi giorni aveva parlato della sua specialità sportiva con parole forti, arrivando addirittura a dire di odiare quello che fa. Eppure a Niccolò Campriani riesce tremendamente bene quello che fa. Ultimi indizi i due ori olimpici arrivati a Rio 2016.

Il primo in qualche modo ce lo si poteva attendere, ma il secondo, arrivato al termine di una sfida estenuante, ha lasciato sorpreso anche lo stesso Campriani: "Quest’oro è davvero troppo, lo considero un regalo. Il migliore è stato Sergey e io sono quasi imbarazzato. Ho visto che l’ha presa bene, comunque. Queste, però, sono le regole del gioco. E le nuove, che io non ho mai digerito, questa volta mi hanno finalmente premiato." Tre ori fra Londra e Rio, mica roba da tutti: "Sono titoli tutti diversi. A Londra fu quello del sollievo e lunedì della rabbia. Questo è del divertimento. Sarei stato comunque contento della mia prova. Ho tirato bene. Con la carabina di Petra, perché la mia nella parte meccanica aveva avuto dei problemi. Mi ha portato fortuna. La nostra unione è la nostra forza."

Anche quella dei tiratori italiani in generale a quanto pare, visto il numero di medaglie arrivato anche in questa edizione dei Giochi: "La fortuna è che noi italiani, così emotivi, fin da piccoli impariamo a confrontarci con le nostre emozioni e a studiare come tirare fuori qualcosa di magico in certe situazioni." Per il futuro si vedrà adesso: "Non lo so. Chiudere con un colpaccio da 9.2 non è certo il massimo. Ci penserò nei prossimi mesi, è una decisione delicata. Ora voglio solo tornare a casa, riabbracciare i miei e fare una bella vacanza con Petra. Chi critica il tiro forse non conosce uno sport che può aiutare molto. Peccato, perché scoprirebbe qualcosa di interessante."