Nessuna medaglia, ma l’orgoglio di averci provato. Scozzoli regge fino all’ultimo metro e sfiora un bronzo che resta appeso a cinque sottilissimi centesimi. Si migliora, scende a 59”70, ma non basta. Chiude quinto. L’oro è di Sprenger, come annunciato, ma non in passerella, perché Van der Burgh non è campione olimpico a caso. Il sudafricano forza il passaggio, ma cala come di consueto nei secondi cinquanta, dove emerge l’australiano. 58”63 per l’Aussie, 58”97 per Cameron. Ancor più proibitiva l’impresa per Ilaria Bianchi. Brava l’azzurra a rischiare il tutto per tutto, con una prima vasca all’arrembaggio. Terza alla virata, paga la fatica, che il delfino presenta più d’ogni altro stile e tocca sesta in 58”11. Davanti vola la svedese Sjostrom, con un crono da brividi. 56”53. Oro superbo. Seconda la Coutts, sempre sotto i 57”, con 56”97. Sul terzo gradino del podio l’americana Vollmer. Per lei 57”24, pochi centesimi sotto al record italiano di Ilaria. Con la condizione di Londra il podio iridato non sarebbe stato un miraggio.

L’urlo di Cesar Cielo -  Urlo di rabbia e gioia. Urlo liberatorio. È lui il re dei 50 farfalla. 23”01 per regolare Godsoe e l’eterno Bousquet. Il battuto è l’altro brasiliano, Nicholas Santos, il migliore fino all’ultimo atto. Ma la finale è un’altra cosa, soprattutto in una distanza in cui il minimo errore, la più piccola incertezza, significa l’abbandono di speranze e titoli. Mestamente ultimo invece Florent Manadou, ora atteso al riscatto nello stile libero.
Finale attesa anche quella dei 200 misti donne, con l’annunciato confronto tra la cinese Ye e la magiara Hosszu. Non c’è partita. L’ungherese crea il gap già a delfino e vola via fino all’iride. 1’07”92. Dominio con pochi eguali. La sorpresa, enorme, è che Ye Shiwen non sia nemmeno sul podio. Quarta, battuta anche dalla Coutts e da Mireia Belmonte Garcia, idolo di casa e festeggiata oltre modo dal pubblico catalano.
Emozioni, come al mattino, le regala la rana femminile. Ruta Meilutyte riscrive la storia, cancella Jessica Hardy e conquista il Palau Sant Jordi che spontaneamente si alza in piedi, regalandole il giusto tributo. 1’04”35, dieci centesimi sotto al precedente limite mondiale. Applausi. La Efimova ci prova, combatte e dimostra di non essere così lontana. Difficile possa trionfare, ma per l’argento è la favorita, vista la Hardy di questo pomeriggio. I 100 dorso vivranno invece del duello franco-americano, con il possibile inserimento del giapponese Irie. Miglior crono d’ingresso in finale per Matt Grevers, 52”97, davanti al connazionale Plummer, alle loro spalle il duo transalpino Lacourt-Stravius. Il dorso femminile ha invece una regina. Missy Franklin, alla ricerca del secondo alloro, dopo la trionfale staffetta, lanciata perfettamente, ha fatto segnare il primo tempo, 59”31, ma dovrà guardarsi le spalle e non poco. L’australiana Seebhom è a pochi centesimi, così come l’altra americana Pelton. Insomma favorita sì Missy, ma con un oro da conquistare. Dovrà sudarsela eccome la corona anche l’altro fenomeno a stelle e strisce, Ryan Lochte, bruciato nella seconda semifinale dei 200 sl dal rampante Izotov. 1’45”84 per il russo. 22 centesimi meglio del “dopo Phelps”. Agnel è lontano oltre un secondo. Difficile possa lottare per qualcosa oltre il bronzo.