Michael Phelps ha il volto sorridente, rilassato. Affronta la stampa, presente ad una fiera a Monaco, e a ruota libera racconta il rinnovato ottimismo. Sullo sfondo si staglia il sogno a cinque cerchi, Rio è più di un'idea. Il nuoto fluisce prepotente nella vita di Michael e il campione assorbe il piacere dell'acqua, troppo forte il richiamo delle luci della ribalta. 

L'addio a Londra, dopo i record e la storia, poi il profumo del rientro, nel 2014. Phelps non è più intoccabile, va veloce, ma perde. L'inattività pesa anche sulle spalle dei titani. Piano piano la nuotata è più fluente, il cronometro acccompagna il progresso. Nei 100 farfalla è ancora il numero uno, quella è la sua specialità. La fatica è tanta, ma il risultato conforta. 

Poi l'incidente, l'arresto e la sospensione. Sembra l'ultimo capitolo della lunga corsa di Phelps. Una vita a mille all'ora, in piscina, tra le corsie, fuori, dove il mondo ti seduce, ma confonde anche i limiti. Ora il nuovo corso, la vita in acqua che prende forma, per l'ultima volta. Non a Kazan, ai Mondiali gli Stati Uniti si presentano al via senza Michael, con ogni probabilità a Rio. 

Per l'Olimpiade serve uno squillo, basta dimostrare di essere ancora Phelps. Il Kid si presenta ai blocchi di partenza, per ritoccare un mito. 

 “Mi sento di nuovo giovane, come un bambino” ha detto il 29enne ragazzone di Baltimora. Nuotare mi dà più gioia che mai. Il nuoto è solo una parte della mia vita. A Rio? Spero davvero di esserci, vedremo cosa succederà nei prossimi mesi".