Tre biglietti, tre voli prenotati per la spedizione iridata. Aurora Ponselè dimostra di essere grande non solo quando l'acqua si fa agitata e si combatte spalla a spalla, ma anche nella lotta contro il cronometro, in un 1500 da record, che segna la terza prestazione mai nuotata in Italia. Donna da lunghe distanze Aurora, capace di prendersi, dopo i 5000, anche la "gittata" più lunga tra le corsie. 16'12"89, il sesto tempo al mondo quest'anno. A lei, si aggiunge Federico Turrini, anni 27, una maturità natatoria costruita passo dopo passo, con allenamento e professionalità. Nei misti, nei suoi 400, massacranti oltremodo, ritrova sensazioni antiche e tocca in 4'13"20, con la speranza di scendere ancora, magari di un paio di secondi, per limare qualcosa al miglior Turrini di sempre. L'ultimo sigillo è di Matteo Rivolta, talento assoluto. Il delfino torna ad abbracciare il suo massimo esponente, almeno in Italia. 52"05, una liberazione, un decimo meglio di Piero Codia.

Non gara individuale, ma staffetta, eppure è la prestazione di un singolo che rapisce lo sguardo nella 4x200 al maschile. In un territorio al momento avaro di soddisfazioni per i colori azzurri, Filippo Magnini conferma quanto di buono fatto nei 100 e in terza frazione mette a segno un significativo 1'47"74, respingendo di fatto l'assalto dei nuovi duecentisti azzurri (prima piazza per l'Aniene in 7'20"45). 

Chi non può di certo esser felice è Fabio Scozzoli. Non un problema di distanza, quanto di condizione, di nuotata. Dopo la sconfitta nei 50, un altro passo falso, nei suoi 100. Scozzoli resta sopra l'1'01 e tocca ex aequo con Toniato, alle spalle di un magnifico Antonelli, capace di abbattere un'altra barriera nel pomeriggio, fino a giungere a 1'00"92. Era lecito aspettarsi di più anche da Erika Ferraioli. La dimostrazione di forza in staffetta aveva illuso, nei 100 stile arriva un modesto 54"90, lontano, molto lontano dal limite per Kazan. Partenza così così, gara strappata e finale convulso, con la Mizzau a pochi centesimi. Ilaria Scarcella (2'26"61) batte un colpo nei 200 rana, mentre Silvia Di Pietro (26"36) si prende la gara veloce del delfino, davanti a Gemo e Bianchi.