Il sorriso di chi sa di averla fatta grossa. La consapevolezza di essere, per l'ultima volta, sul trampolino mondiale. Tania Cagnotto si avvicina all'ultima gara iridata, con al collo una medaglia dal metallo pesante. Il luminoso oro da 1m irradia il volto della divina dei tuffi e spaventa le rivali.

Alle 18.30, la Cagnotto d'Europa sfida Cina e Canada in una gara, questa sì, olimpica. Per sconfiggere la maledizione a cinque cerchi, bisogna portarsi ai tre metri e battersi punto a punto con le migliori al mondo. Il sogno brasiliano passa da questa gara e Tania sa quanto conti oggi avvicinarsi alle prime, accarezzare i gradini del podio.

Il progresso, corposo, dall'eliminatoria alla semifinale, induce all'ottimismo. Tania cresce al crescere della gara. I problemi del mattino lasciano spazio alle certezze del pomeriggio e la Cagnotto si affaccia alle spalle di Shi Tingmao e He Zi. Quinto punteggio di accesso alla finale, di fronte il muro asiatico, ma non solo. Shi Tingmao dipinge un quadro perfetto e scosta la connazionale dalla vetta, Jennifer Abel resta lì, non troppo lontano. La sensazione è che il bronzo sia affare di tre/quattro atlete. Abel, Ware, Qin e perché no Cagnotto. Mancano una ventina di punti per avanzare una candidatura credibile al podio.

Una manciata di punti da trovare lungo il cammino, nella zona centrale, dove Tania sa di poter offrire qualcosa in più, magari replicando nel doppio e mezzo indietro carpiato e nel doppio e mezzo rovesciato carpiato quanto fatto fin qui.

Senza Francesca, con Tania. L'Italia dei tuffi sale sul trampolino e abbraccia una ragazza ormai donna.