La consacrazione europea di Gabriele Detti. La piscina di Londra sorride al mezzofondista azzurro, magnifico nel suo incedere.

L'assolo di Riccione a caricare di pressione un ragazzo assurto a una nuova dimensione. La batteria a confermare le indiscrezioni della vigilia. La forma è ottima, la bracciata è sciolta. Manca uno squillo, nel pomeriggio. La risposta è perfetta, Detti controlla e cambia, in modo prorompente. Naufragano i rivali, splende l'Italia. 3'44"01, a un soffio dal personale. Titolo europeo. 

Gabriele entra in vasca all'apparenza tranquillo, un sorriso alle telecamere, occupa la corsia numero tre. Al suo fianco Stjepanovic, poco più in là Bernek. La sfida per le medaglie è raccolta al centro e l'avvio conferma l'assunto. Stjepanovic piazza gara veloce, ai 100 passa sotto addirittura al record del mondo. Detti non cade nella trappola, segue il suo schema tattico, solo ai 150 aumenta la frequenza. Un crescendo rossiniano. Recupera e si affianca a Stjepanovic, il vantaggio si dilata, Detti è solo, il serbo si accorcia, si perde, vede addirittura svanire il podio. 

Il cronometro conferma la bontà della prestazione, Detti segna il record dei campionati, sfiora il personale, esulta. Negli occhi un fuoco nuovo, la convinzione di poter vincere, la paura in un cassetto. Il norvegese Christiansen - abituato a fatiche maggiori - risale per l'argento, Bernek difende il bronzo. 

Due secondi e mezzo, c'è luce, eccome, tra Detti e il resto d'Europa. Il primo alloro di una lunga campagna, un masso pesante che sottolinea nuove certezze, un punto che rende azzurro l'orizzonte, che proietta alla prossima Olimpiade. Un arcobaleno italiano a colorare il pomeriggio londinese. 

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Johnathan Scaffardi
Lo sport come ragione di vita, il giornalismo sportivo come sogno, leggere libri e scrivere i piaceri che mi concedo