Chi per decenni ha scritto la storia, difficilmente si dimentica come si fa.

L'ultima pagina era datata giungo 2010 quando, in un Mediolanum Forum sold out, la Foppapedretti Bergamo aveva alzato al cielo il suo ennesimo Scudetto. Era la Foppa delle campionesse, delle fuoriclasse che, grazie al Volley Bergamo, erano diventate vincenti. Da lì il silenzio; la bacheca della società accumulava polvere, ma il conto in banca non permetteva di strafare. Nel 2012 arriva la Supercoppa Italiana quasi a sorpresa, nel 2014 una finale di Coppa Italia inaspettata: Bergamo era composta da giovani promettenti pronte a spiccare il volo dopo alcune stagioni di praticantato e, in fondo, anche l'essere rimasti a galla è da considerarsi una vittoria. Il rischio di chiudere i battenti era concreto e il mondo del volley tremava all'idea di vedere abbassata per sempre la saracinesca di una delle società più vincenti del pianeta. Poi arriva Percassi, presidente dell'Atalanta Calcio. "La Foppapedretti è un patrimonio per la città di Bergamo, non può chiudere" e così il general manager Giovanni Panzetti, dopo quattro stagioni passate a massimizzare le poche risorse in maniera impeccabile, ha potuto sbizzarrirsi: arrivano Cardullo, Gennari, Frigo e Aelbrecht; rimangono Sylla, Mambelli, Mori, Paggi e Plak; tornano Barun e sua maestà Eleonora Lo Bianco. Alla vigilia del campionato la Foppa era tornata grande; a una giornata dalla fine della Regular Season, però, non aveva ancora convinto: troppa discontinuità per una squadra di questo genere. A fatica il Volley Bergamo si qualifica alla final four di Coppa Italia, ma il settimo posto in classifica non conferisce i favori del pronostico alla squadra di Lavarini. Dopo aver perso anche il secondo set contro Casalmaggiore 25-11, poi, Bergamo era spacciata.

La Foppapedretti, però, è una società che sa vincere e vincere, esattamente come scrivere la storia, è una cosa che difficilmente si dimentica. È una di quelle caratteristiche che si insinua nel DNA e, pur rimanendo latente per qualche tempo, appena si presenta l'occasione non tradisce. Così è successo: ribaltone contro la Pomì Casalmaggiore e rullo compressore in finale contro Piacenza. Bergamo era tornata e non poteva non fare rumore.

Il gradino più alto del podio è tornato a tingersi di rosso e di blu. Quei colori, lassù, sembrano scontati, quasi gli esatti colori con cui, il volley italiano, si immagina quel gradino verso il cielo. Ovvi, quanto la scelta di Eleonora Lo Bianco - ancora monumentale - di tornare a casa: "Bergamo è casa mia, sapevo dove tornavo. La Foppapedretti mantiene una capacità di fondo di presentarsi alle partite che contano in maniera vincente", affermerà poi. Non a caso l'ultimo trofeo del Volley Bergamo era passato proprio dalle sue mani.

E ADESSO? - Adesso la squadra di Lavarini sarà impegnata in un difficilissimo play-off che, a causa di un probabile settimo posto in classifica, si presenterà in salita fin dalla prima giornata. Certo è che la vittoria della Coppa Italia ha dato al team una nuova consapevolezza di unione di gruppo e compattezza che difficilmente si erano viste prima e che, probabilmente, era ciò che più mancava a Paggi e compagne. Il risvolto, dunque, potrebbe essere positivo, ma potrebbe anche nascondere delle insidie in termini di cali di tensione. 

Come andrà, quindi, è impossibile prevederlo; ci sarà solo da gustarsi lo spettacolo. La Foppa è tornata.

VAVEL Logo
About the author