Continua anche il progetto federale del Club Italia, selezione delle migliori giovani italiane. Partito anni fa come un collegiale permanente per tutte quelle atlete di interesse nazionale ma legate a club senza una grande tradizione giovanile, oggi il Club Italia partecipa a pieno diritto e per il secondo anno consecutivo alla serie A1. L’idea, sembrata malata per alcuni appena un’estate fa, ha invece funzionato: le giovani azzurre hanno conquistato sul campo una meritata salvezza, non andando lontano neanche dalla zona play-off. Alcune di loro, poi, sono state protagoniste della poco fortunata esperienza olimpica di Rio2016 che ha dimostrato come il talento ci sia, ma bisogna ancora lavorare.

Quest’anno per la squadra federale parte un nuovo ciclo: licenziate Malinov, Spirito, Berti, Danesi, D’Odorico, Zanette e Guerra - ormai pronte per esperienze in società più strutturate - verranno coinvolte atlete ancora più giovani, tra cui addirittura una centrale del 2000. Ma andiamo con ordine.

Confermatissimo l’allenatore Cristiano Lucchi, attualmente impegnato come tappa buchi della panchina Seniores nelle qualificazioni agli europei del prossimo anno. Tra le atlete, hanno trovato la possibilità di un altro anno di formazione la palleggiatrice Alessia Orro, l’opposto Piani, Paola Egonu (che torna in posto 4 dopo un’estate passata a picchiare da 2) e la centrale Botezat. Per il resto, solo nomi nuovi. Nel sestetto-più-uno ci saranno la schiacciatrice Perinelli, il libero De Bortoli e la centrale azzurra del futuro Lubian, 195 cm classe 2000, appunto. A disposizione del coach in panchina, invece, ci saranno la palleggiatrice Morello (da Settimo Torinese come la Lubian), le schiacciatrici Melli (campionessa d’Italia con il Volleyrò), Cortella, Bulovic, Arciprete e Enweonwu, la centrale Mancini e il libero Martina Ferrara.

Stando al progetto dell’ex direttore tecnico Bonitta, questo per il Club Italia dovrebbe essere l’ultimo anno di serie A1 per poi ripartire dalla serie A2 con le atlete più giovani. La guida tecnica nel frattempo è però cambiata e ci sentiamo di dire che, fino a quando le azzurrine dimostreranno di poter sostenere il livello del massimo campionato, allora è giusto che si confrontino con le migliori. La serenità di non dover pensare al risultato renderà la loro esperienza altamente formativa, preparandole per il grande salto verso la pallavolo d’élite.