Non basta il ricordo dell'impresa sfiorata due anni fa, sempre su questo campo, quando gli inglesi dovettero sudare sette camicie per piegare gli azzurri. Non basta nemmeno un avvio bruciante che porta alla meta di Parisse dopo cinque minuti. Perchè ancora una volta il responso del campo è negativo per gli azzurri del rugby. Twickenham si trasforma nelle moderne Termopili, in cui i guerrieri azzurri lottano con furore e orgoglio prima di venir travolti dalla marea bianca.

Eppure il 47-17 finale è una punizione troppo severe per l'Italia vista in campo oggi. Magari ingenua (valga su tutti l'esempio della meta che, portando gli avversari sul 25-10, chiude la partita), ma con grande cuore e voglia di lottare. E di stupire. Perchè nel Tempio del Rugby, a fare la partita all'inizio è proprio la truppa in maglia azzurra: pronti via ed è già meta, La marca Parisse, che sfrutta il gran lavoro di Morisi e Sarto. E' la scossa alla partita: l'Italia è gasata e gioca divinamente, mentre i padroni di casa caricano a testa bassa alla ricerca del pareggio, accorciano su punizione e poi mettono la freccia grazie a una meta di Vunipola che lascia più di un dubbio. Tre minuti dopo è ancora Inghilterra: tutto merito di Jonathan Joseph, che prende palla, mette a sedere Haimona e porta il pallone oltre la linea di meta. George Ford arrotonda e fa 15-5, risultato su cui si chiude il primo tempo.

Nella seconda frazione, sono i bianchi d'Inghilterra a voler mettere subito in chiaro le cose, ma l'Italia resiste e riesce anche a rimettere in carreggiata la partita. Bella azione di Sarto, palla a Morisi che si invola verso la meta, mentre il piede freddo di Haimona non concretizza la trasformazione, come nella prima occasione: si rimane sul 18-10, comunque sotto break a ma con gli avversari ancora in bella vista là davanti. L'illusione però davvero dura un niente: sulla successiva mischia, la difesa italiana cincischia, commettendo dapprima fallo e poi addormentandosi in toto sulla successiva punizione. Ben Youngs, incredulo, ringrazia.

È l'episodio che spacca la partita: la marea bianca comincia a imperversare su Twickenham, un ciclone che spazza via tutto quello che trova sulla propria strada. Sull'Italia grandinano mete, e per gli azzurri è notte fonda: una, due, tre coltellate all'Italia ovale, mentre il pubblico di Twickenham canta, balla e festeggia a suon di pinte di bionda. Il conto totale dice 47-10, ma l'Italia non ci sta e cerca con commovente orgoglio un'altra marcatura. La firma il solito Morisi, che torna a casa con la gioia di aver marcato due mete nel tempio della palla ovale inglese.

Ben magra consolazione, perchè oggi la sconfitta è stata pesante. Ma perlomeno gli azzurri hanno risposto in campo a chi, non senza presunzione e mancanza di sensibilità, aveva chiesto a gran voce l'uscita dell'Italia dal Torneo delle 6 Nazioni. Rispetto all'Irlanda, un notevole passo in avanti, fra due settimane con la Scozia serve fare quello ulteriore, quello che porta alla vittoria. 

VAVEL Logo
About the author
Alessandro Gennari
Schermidore a scoppio ritardato, rugbista mancato, ciclista negato, tennista si fa per dire. Storico per laurea, giornalista per amore dello sport. Presto la mia tastiera al servizio di scherma, tennis, sci alpino, nuoto e chi più ne ha più ne metta.