Oro mondiale, sulle nevi di casa, per Charlotte Kalla, argento e bronzo a tinte statunitensi, con Diggins e Gregg sul podio. Nessuna traccia di Norvegia nella 10 km a tecnica libera, naufragano prima Johaug e poi Bjoergen. Una fitta nevicata accoglie le atlete poco dopo la partenza della gara, la pista si modifica e rende complesso il compito delle più grandi, gli sci non decollano, soprattutto in casa Norvegia, e il distacco dalla vetta è abissale. Una cocente delusione, di squadra. Johaug, reduce dal trionfo nella 7,5+7,5, resiste poco più di 1 km. Lì, all'intermedio incassa 8 secondi, Bjoergen quasi il doppio. La sentenza al termine del primo giro, quando la forbice si allarga e il podio sfuma, ai 5 km tutte oltre la ventesima posizione le norvegesi. 

L'unica a non concedere secondi alle prime è charlotte Kalla, partita col pettorale 49, prima delle rivali, pochi minuti che non possono spiegare un divario di questa portata. Avrebbe probabilmente vinto comunque Kalla, già a medaglia a Falun, una delle più in forma del lotto. La sua sciata è splendida, elegante, produttiva. L'incedere non conosce sosta, c'è la voglia di regalare al pubblico una gioia, lungo il tracciato sventolano festanti vessilli svedesi, a spingere il motore della divina di casa. Kalla spazza via tutte nella prima parte, poi si difende sulla neve pesante, resiste al ritorno di Diggins e Gregg, tempo simile nel tratto finale per le prime.

La 10 km con partenza ad intervallo, gara antica, di un fondo lontano, una lotta contro il cronometro, premia quindi Charlotte, che spinge a due braccia, fin sul traguardo, prima di voltarsi a controllare il tabellone. 41 secondi separano lei e la Diggins. Bjoergen termine la sfida per onor di firma e corre ad abbracciare Kalla, fair play.

L'Italia gode della tredicesima piazza di Marina Piller, fortunata a trovare il treno Gregg, e della ventunesima di Ilaria Debertolis. Il pettorale basso aiuta le azzurre, in una gara condizionata dal meteo, ma vinta comunque da una fuoriclasse. Quarta un'altra svedese, la Rydqvist. 

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Johnathan Scaffardi
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