Marit Bjoergen arriva in solitaria, dopo 5 km a tecnica libera senza patemi. La divina aumenta il disavanzo dalle inseguitrici, mette al sicuro l'oro e si porta al traguardo, accolta dall'urlo di gioia di Weng e Johaug su tutte. Il colpo, l'attacco da medaglia, d'oro, è di Astrid Jacobsen, è lei, in terza, a spezzare la gara, quando la svedese Ridqvist, fino a quel momento a contatto, incappa in una caduta. Da quel momento è solo Norvegia, il distacco sale dai 9 ai 18 secondi al cambio e per Bjoergen è una cavalcata iridata.

Dietro Nilsson e Parmakoski non pensano al riaggancio, da subito è gara tattica, per l'argento. La Svezia ha sci veloci e Nilsson deve quasi frenare per non portarsi davanti. Stina resiste all'allungo finlandese sulla salita conclusiva e se ne va in discesa, grazie a materiali straordinari, il rettilineo d'arrivo è così semplice passerella. La migliore, senza dubbio, è Charlotte Kalla, sempre lei. In alternato, ricuce il divario dalla Norvegia, due volte, salta la Finlandia e chiude vicina a Johaug, a metà gara la Svezia sembra potersi giocare la gara. La speranza si spegne poco dopo.

Terza la Finlandia, bene in classico, con Saarinen in grande condizione, meno a tecnica libera. Il resto del mondo molto più indietro, quarta le americane, senza Gregg, quinta la Polonia di Kowalczyk, sesta la Germania, delusione di giornata. Italia tristemente nona, a oltre quattro minuti.