Nel mondiale delle sorprese e dei miracoli, una luce azzurra, nella gara che da due anni a questa parte segna la crescita del movimento italiano, al femminile. In quel di Nove Mesto, un bronzo a sorpresa, l'inizio di un percorso di crescita che trova a Kontiolahti, sempre su neve mondiale, la sua punta più alta. Il metallo è lo stesso, ma nel biathlon in continua evoluzione confermarsi ad alto livello è segno di un costante sviluppo, di un evidente progresso di un movimento che reclama spazio e attenzione agli occhi dei media. L'Italia c'è e batte un colpo, l'Italia di Wierer, beffata per decimi nella miglior Individuale in carriera, l'Italia della giovanissima Vittozzi, catapultata in pista, di Oberhofer e Gontier. L'oro è più in là, perché la Germania ritrova il successo, cancella parzialmente l'ombra di Neuner e torna a prendersi una staffetta pesante dopo il 2012. Quartetto giovane, guidato da Preuss e Dahlmeier, completato da Hildebrand e Hinz. L'argento è della Francia, la donna dei campionati è senza dubbio Marie Dorin, straordinaria in quarta frazione. Restano con un palmo di naso Russia, Norvegia, Bielorussia, Ucraina, Rep.Ceca e Polonia.

Impossibile delineare una squadra favorita al via, almeno nove compagini ambiscono al podio iridato. L'Italia, come annunciato, cambia disposizione. Vittozzi in apertura, Oberhofer e Gontier nel mezzo, Wierer a chiudere. La scelta di puntare su Vittozzi paga, perché in prima non ci sono atlete in grado di fare la differenza, Hildebrand scappa, ma in piedi pecca in precisione, Hojnisz esce bene dal secondo poligono, ma per la Polonia è un lampo isolato. L'azzurra gestisce il passo e non perdona carabina alla mano, personalità da vendere. Oberhofer ha un passo importante sugli sci, esagera forse in piedi, ma nei tratti duri del tracciato impone il ritmo, Gontier invece palesa una condizione non ottimale, ma con le ricariche è brava a sfruttare il passo falso di Rep.Ceca e Ucraina. Yurlova porta a scuola le avversarie al tiro e si prende la seconda posizione, alle spalle di una Hinz perfetta. Il presunto punto debole della Germania si rivela affidabilissimo. 

All'ultimo cambio, Russia a 31" dalla Germania, Italia a 1', ma dietro rinvengono Francia, Norvegia e Bielorussia. Dorin fa paura e torna a contatto con Wierer e Shumilova. La francese traballa però a terra e esce dal poligono con oltre venti secondi, mentre Wierer è enciclopedica. Dahlmeier vola verso l'oro, Wierer in piedi utilizza una ricarica, ma l'impresa è di Dorin, chiude il gap prima del poligono e al tiro è una sentenza 5/5. Dorothea si accoda, Shumilova lascia una decina di secondi, fatale. 

Dahlmeier sventola il vessillo tedesco, Dorin stacca Wierer, ma l'Italia arriva a braccia alzate, è una medaglia pesantissima. Russia ai piedi del podio, un'ottima Eckhoff non basta alla Norvegia. Domracheva non incide. A Kontiolahti è grande Italia.