Il volto di una ragazza comune, il sorriso radioso, la semplicità, in ogni sua forma. Osservi Arianna Fontana e sei attirato, come da una sensazione positiva. In pista, pattini ai piedi, lontano dalle gare. La cordialità è il segno distintivo, la predisposizione al confronto, al dialogo, dallo short-track al quotidiano. Le medaglie non offuscano la persona Arianna Fontana, il “personaggio” si accompagna alla donna, si fonde in un connubio simbolo di forza, ambizione, sacrificio, coraggio, umiltà. Vincere, vincere di nuovo, trovare ogni giorno lo stimolo giusto, l'accattivante gusto della lotta, la volontà ferrea di porre un limite e spostare l'asticella sempre più in sù. Europei, Olimpiadi, Mondiali, una lotta continua, in uno sport che “sgomita” per ritagliarsi un piccolo spazio. Corre Arianna Fontana, in pista, il rumore dei pattini, lo sguardo acceso, la posizione da conquistare, poi le braccia alzate e il viso che si apre, spesso, accompagnando un'esultanza.

Domande e risposte che raccontano di Arianna Fontana, dalle prime apparizioni alle ultime gioie, iridate. Domande e risposte che raccontano come mai, dopo tanti anni, sia ancora Arianna Fontana, in Italia e nel Mondo. Domande e risposte che raccontano perché poche campionesse nel nostro paese possano accostarsi ad Arianna Fontana. Il viaggio parte dall'esordio..

1) Dall'esordio in Coppa del Mondo a 15 anni, l'Olimpiade di Torino, una scalata vorticosa, fino all'apoteosi iridata di Mosca. Quanto c'è della prima Arianna Fontana in questa? Quanto è cambiato in dieci anni?

Bella domanda! Direi che della prima Arianna conservo ancora molto, soprattutto l’entusiasmo e la voglia di raggiungere gli obbiettivi che non è mai cambiata. Quello che è cambiato è sicuramente una maggiore consapevolezza, molta più esperienza che serve sempre a gestire i momenti dove la pressione è al massimo, e una maggiore solidità mentale che non ti fa abbattere quando i risultati non arrivano o ti sfuggono proprio quando stavi per raggiungerli

2) Titoli Europei, titoli Mondiali, medaglie olimpiche, la prima azzurra a salire su un podio importante nello Short Track, quanto pesa questa “investitura”? Quanto è difficile essere sempre Arianna Fontana?

E’ una sensazione molto strana, ma credo che i miei risultati hanno reso orgogliose tante persone e questo è la cosa che conta di più. Io sono sempre stata me stessa cercando di rimanere umile sia nelle vittorie sia nelle sconfitte. Sono una ragazza normale che ha sogni, speranze e paure come tutti gli altri.

3) Lo Short Track è uno Sport bello perché spesso indecifrabile, la gara si dipana in un attimo, un istante scorre tra vittoria e sconfitta, gioia o caduta, la componente mentale quanto conta? Incide più la forma del momento o la capacità di interpretare la gara, di “esserci”?

E’ un mix di entrambe le componenti in realtà. Se una delle due viene a mancare in un momento decisivo ecco che poi una vittoria si può compromettere irreversibilmente. La componente mentale è decisiva, proprio per riuscire a dare tutto in quei pochi velocissimi istanti.

4) Ho letto dalla tua biografia che le persone che più hanno inciso nella tua crescita sono state Marta Capurso e Mara Zini, ragazze con cui hai conquistato la medaglia in Staffetta, in cosa sono riuscite ad aiutarti?

Sono state un grande esempio, mi hanno aiutato a capire veramente quanto conta l’aspetto professionale in tutti gli sport e che solo attraverso un lavoro meticoloso di preparazione si possono ottenere determinati risultati.

5) Una carriera iniziata con i 500 e poi sbocciata su ogni distanza, a Mosca l'oro nei 1500, quanto cambia dai 500, gara secca, veloce, a una distanza invece su gittata più lunga?

Cambia molto, la resistenza ad esempio, è una componente che va necessariamente allenata se si vuole competere nelle lunghe distanze. In tal senso sono stati molto utili gli allenamenti che ho fatto con i ragazzi, e sono stata premiata fortunatamente.

6) La prossima chiamata olimpica, dopo Sochi, è Pyeongchang, l'obiettivo reale di salire sul podio in 4 rassegne a cinque cerchi consecutive, qual è il programma di Arianna Fontana, il pensiero è ricorrente o al momento la tabella di marcia non contempla un appuntamento distante ancora tre anni?

Lo contempla assolutamente ma ancora non ci ho posto il “focus” diciamo cosi. Per rimanere competitivi e arrivare a Pyeongchang c’è ancora tanta strada da fare, primi ci saranno molti appuntamenti ai quali farsi trovare pronti.

7) Lo Short Track in Italia è soprattutto Arianna Fontana, ma alle spalle come si evolve il movimento, dopo Arianna Fontana c'è un futuro?

Assolutamente si, ci sono giovani molto interessanti che stanno crescendo molto. Bisogna solamente non forzare i tempi e passare per una crescita progressiva. I giovani devono cominciare ad abituarsi all’alto livello e maturare l’esperienza necessaria, e questo richiede un pochino di tempo.

8) Tornando alla stagione corrente. A Dordrecht, Europei, sfortuna e condizione forse non al top, un pizzico di delusione, poi i successi a Dresda e Erzurum e il capolavoro di Mosca, preparazione mirata per i Mondiali o altro?

Non direi, ho attraversato un periodo molto positivo dal punto di vista della forma fisica. Diciamo che la Delusione di Dordrecht mi è servita per non ripetere gli stessi errori a Mosca. Diciamo che sono state le prove generali per andare in scena ai Campionati del Mondo.

9) Quanto è difficile, in Italia, sfondare in uno sport che ha meno seguito di altri, pur essendo entusiasmante, e di certo meno disponibilità anche a livello economico? Bastano i grandi eventi, le medaglie, ad attirare le sirene dei vertici dello Sport italiano?

Sicuramente aiutano ma non è l’attenzione dei vertici a mancare quanto forse l’attenzione dei media. Il problema è che in Italia lo short Track è ancora poco conosciuto, non ho dubbi che se venissero trasmesse in tv le grandi manifestazioni tanta gente si appassionerebbe, poiché oltre ad essere molto spettacolare è uno sport molto sano e ricco di valori.

10) Sorriso, carattere, spirito di sacrificio, voglia di confrontarsi con i propri limiti, amore per la sfida, questo appare di Arianna Fontana, fotografia giusta o c'è altro che può raccontarti al meglio?

Direi che mi fotografa abbastanza bene, direi anche amore per la famiglia e gli amici perché senza il loro supporto probabilmente non sarei arrivata dove sono oggi.