Il Tour de Ski chiude i battenti sulle rampe del Cermis, un arrivo in quota che celebra la solitaria fuga di Martin Sundby e Therese Johaug. Poca storia nella tornata numero otto della corsa a tappe dello Sci di Fondo. Vincono i più forti, i primi di Coppa, i primi al Mondo. Pochi dubbi sul successo di Sundby, al via forte di un vantaggio vicino ai 3 minuti, qualcuno in più sull'affermazione di Johaug, costretta a inseguire la connazionale Oestberg non solo nelle prove veloci, ma anche nelle gare su distanza, tra tecnica libera e passo alternato. 

I 9 km che portano da Lago di Tesero al Cermis segnano un solco importante tra chi guida e chi insegue, la scalata mette a nudo limiti e differenze, in una prova di fatica in cui il fondo si spoglia della sua eleganza per cedere al carattere, a una prova di sacrificio e cuore. Si sale, quasi di passo, rimbalzando sulla neve. Le corte leve di Johaug producono un incedere incessante, è un'azione che non conosce sosta e i secondi scandiscono la fuga della bionda di Norvegia. Oestberg intuisce l'andazzo, per la prima posizione non c'è battaglia, è una resa, onorevole. Incassa, da seconda, oltre 2:20. Heidi Weng termina a 3:13 e completa il podio a tinte norvegesi, con Kalla, quarta, che spezza il monologo ma raccoglie poco rispetto alle intenzioni di partenza. 

Meno pathos al maschile, perché quando Sundby prende il via, gli altri sono ancora attenti a sistemare gli ultimi dettagli, è una volata solitaria, una corsa contro il tempo, per completare il quadro con un successo parziale prestigioso. Sundby ha in tasca il Tour, ma vuole domare il Cermis. Dietro, spazio ai secondi, il primo degli umani è un altro norvegese - ovviamente - Krogh, sorprendente a questo livello, in questo formato. Terzo Ustiugov. Northug, corrucciato, è la nota stonata. Il vichingo chiude dietro. Battuto. Nessun assolo. Sbattuto giù dal podio, infilato da compagni e avversari.

L'Italia si gode una rinascita - specie al maschile - tangibile. Federico Pellegrino è a tutti gli effetti un punto di riferimento a livello mondiale nelle gare Sprint, Francesco De Fabiani gode di enorme considerazione in tecnica classica. Nono posto assoluto per Francesco, caparbio ieri in quell'ascesa interminabile, che fiacca testa e gambe. Salvadori è l'ultimo appiglio, l'ultimo talento in rampa di lancio. 

Al femminile, sorride Virginia De Martin, 17°, nettamente avanti alle altre azzurre, pronta a 28 anni a compiere un ulteriore passo verso l'élite del fondo. 

LADIES - OVERALL TOUR STANDINGS

1 JOHAUG Therese, NOR 33:53.5 
2 OESTBERG Ingvild Flugstad , NOR +2:20.9
3 WENG Heidi, NOR +3:13.9
4 KALLA Charlotte, SWE +7:45.4
5 NISKANEN Kerttu, FIN +7:52.0 

FASTEST OF THE DAY - LADIES

1. JOHAUG Therese NOR 33:14.8 
2. WENG Heidi NOR +1:25.9 
3. STEPHEN Elizabeth USA +1:29.5 
4. HAGA Ragnhild NOR +1:36.2 
5. KALLA Charlotte +1:38.1 

MEN - OVERALL TOUR STANDINGS  

1 SUNDBY Martin Johnsrud , NOR 30:47.0 
2 KROGH Finn Haagen , NOR +3:15.7
3 USTIUGOV Sergey, RUS +3:43.8 
4 NORTHUG Petter Jr., NOR +4:35.6
5 POLTORANIN Alexey, KAZ +4:38.3  

FASTEST OF THE DAY - MEN

1. SUNDBY Martin Johnsrud NOR 30:47.0 
2. DUVILLARD Robin FRA +7.2 
3. HEIKKINEN Matti FIN +11.8 
4. KROGH Finn Haagen NOR +14.3 
5. BELOV Evgeniy RUS +18.9